All’epoca non era stato dato molto rilievo alla prima italiana alla nord dell’Eiger. 60 anni dopo ad Olgiate Molgora rivivono quei giorni attraverso il racconto di 3 dei 6 protagonisti della doppia cordata del 1962.

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Rivivono sessant’anni dopo i giorni grandi dell’Eiger

Nel 1962 gli italiani saliti per primi in cima per la parete nord sull’Eiger, il temibile “Orco”, non ricevettero in patria grandi applausi per l’impresa che ebbe pur sempre il merito di riscattare l’alpinismo italiano bistrattato dalle comunità alpine del mondo intero dopo la vicenda Corti-Longhi con la mobilitazione dei soccorsi e la penosa agonia di Longhi. Sono trascorsi sessant’anni e – l’Onnipotente sia lodato! – tre alpinisti sono ancora al mondo legati da una fraterna amicizia. La bella notizia è che alla parrocchia Maria Madre della Chiesa di Olgiate Molgora in Brianza il parroco don Emanuele Colombo annuncia per venerdì 27 maggio alle ore 21 un incontro per ripercorrere quei giorni decisamente difficili vissuti dai sei amici.

In quel 1962 la rivista mensile del CAI non citò nemmeno l’impresa (un’amnesia che non ha trovato alcuna plausibile spiegazione) e solo un trafiletto comparve sul numero dello Scarpone del settembre ’62. Ci furono alpinisti che giudicarono esorbitanti e inspiegabili i cinque giorni trascorsi in parete dagli italiani. Che fossero andati “a pascolare” come scrisse con alterigia Walter Bonatti dopo che l’Eiger lo aveva respinto? Su queste schermaglie sarebbe stato forse opportuno metterci una pietra sopra. Ma il pio Armando Aste non riuscì a evitare di togliersi un sassolino dalla scarpa. “Penso”, scrisse Aste nel suo libro “Alpinismo epistolare” (Nuovi sentieri, 2011), “che è meglio pascolare su una parete, fosse anche appunto la Nord dell’Eiger, piuttosto che farlo sporcando momenti ben più importanti, alpinistici e non, della nostra avventura umana. Bisogna ricordare anche i ‘ i giorni piccoli’”.

La serata ad Olgiate Molgora con i protagonisti della prima italiana sulla nord dell’Eiger

locandina Eiger L'Eiger a Olgiate Molgora

Sessant’anni anni sono volati e ora giunge quanto mai gradita la testimonianza che i reduci di quell’impresa vorranno offrire riunendosi nel borgo della Brianza. E pensare che s’incontrarono, con sorpresa, sulla stessa parete che stavano scalando. Dopo qualche esitazione decisero di proseguire insieme formando una sola cordata. Erano tutti e sei fiduciosi di farcela anche se un tipaccio che pascolava le sue pecore vedendoli smontare la tendina per avviarsi verso la parete li apostrofò dispettosamente con un ”Italiani kaputt”.  

Arrivarono in vetta. Fa onore alla parrocchia Maria Madre della Chiesa di Olgiate Molgora in Brianza questa piccola celebrazione voluta da don Emanuele Colombo. Si potrà ascoltare dal vivo la testimonianza di tre sopravvissuti dei sei alpinisti che compirono questa impresa. Insieme con il parrocchiano e concittadino Gildo Airoldi saranno presenti Andrea Mellano e Franco Solina. Con Piero Acquistapace, Armando Aste e Romano Perego, ora defunti, formarono la cordata rivelatasi vincente. 

Particolare importante. Conduce la serata Giovanni Capra, insegnante bresciano, autore del libro edito da Corbaccio “Due cordate per una parete” in cui ricostruisce per filo e per segno questa straordinaria esperienza. 

L’incontro, come annuncia la locandina, si tiene presso il Salone Teatro dell’Oratorio San Giuseppe in Piazza Paolo VI, 2 a Olgiate Molgora. Prendetene nota, è una serata imperdibile e, chissà, irripetibile.

Roberto Serafin

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