Ho fatto quattro stimolanti chiacchiere con Alessandro Ottenga, che vive a Paraloup, borgata a 1360 m in Valle Stura, di cui è direttore in un “sovversivo” progetto portato avanti con la Fondazione Nuto Revelli che sta facendo rivivere questo angolo di montagna partendo dalla cultura. Paraloup non è solo un luogo di memoria della vita in montagna, ma anche partigiana, ed essendo oltretutto vicini alla data del 25 aprile, non abbiamo potuto non parlare di libertà.

Ascolta la chiacchierata con Alessandro Ottenga

Paraloup un luogo speciale

Che Paraloup sia speciale lo si avverte subito, bastano poche ore e già ci si sente accolti in un luogo che non è semplicemente una borgata ristrutturata. Per capire fino in fondo cosa rende Paraloup speciale, però, bisogna avere la curiosità e il tempo di farsi coinvolgere, di andare a fondo e, come mi sono ripromesso, anche di tornarci.

La chiacchierata con Alessandro comincia proprio da qui: dal cercare di capire perché Paraloup, che è stato un luogo importante per molte generazioni e protagonista di un periodo storico fondamentale per la storia d’Italia come quello della Resistenza, sia ancora oggi speciale. Siamo sulla terrazza antistante la Baita Ristoro: un respiro aperto sulla pianura cuneese e sulle Alpi Marittime colpite dal sole che sta tramontando alle spalle della borgata.

LEGGI QUI LA STORIA DI PARALOUP

278254107 5146178988778558 8311767570642968775 n Cultura significa libertà: così Paraloup rivive
Alessandro Ottenga (e Ciro)

Con la cultura si mangia

Alessandro è il direttore della borgata, o come dice scherzando, il capo banda. Per dirla sinteticamente (ma se ascoltate il podcast dove ce lo spiega meglio) “La Banda” è il gruppo di persone che, che come impresa sociale ha il compito della gestione della borgata. La Banda, secondo la volontà della Fondazione Nuto Revelli proprietaria delle case della borgata, sta facendo riemergere tutte le potenzialità di Paraloup riscoprendola come centro culturale. Oltre ad Alessandro vivono stabilmente a Paraloup Valeria, che si occupa dell’accoglienza ed è responsabile del ristoro, e da dicembre anche Cheriff l’aiuto cuoco. (Ma non dimentichiamo Ciro l’assistente a quattro zampe di Valeria!). Le altre e altri componenti della Banda vivono la borgata in modo variabile: Massimiliano (cuoco), Paola (costruzione pacchetti turistici), Margherita (Comunicazione e Fundraising).

Alessandro, come tutti i capibanda che si rispettino, ha idee sovversive per la testa. La prima, come ci ha spiegato nella chiacchierata, è che non solo non è vero che con la cultura non si mangia, ma tramite la cultura si può addirittura far tornare a vivere una borgata di montagna. Quindi non si tratta semplicemente di andare a vivere in una borgata alpina allontanandosi dalla città, ma di creare un’inversione di paradigma che metta al centro la cultura e tramite questa creare valore economico e sociale, comunità, inclusione…

Da terrazza Paraloup Cultura significa libertà: così Paraloup rivive
Dalla terrazza di Paraloup

Cultura veicolo imprescindibile di libertà

Nelle parole di Alessandro c’è la convinzione, non di chi parla di teorie e concetti astratti, ma di chi ci crede veramente. La convinzione di chi si mette in discussione ogni giorno cercando di realizzare concretamente qualcosa di nuovo portando avanti quei valori che un luogo dalla doppia memoria (vita in montagna e partigiana) trasmette, ma in modo contemporaneo e creativo.

Cosa di più attuale un ragionamento sulla Resistenza e sul concetto di libertà? Un ragionamento necessariamente approfondito e complesso che vuole con forza coinvolgere le nuove generazioni. “Volevo che i giovani sapessero” sono le parole di Nuto Revelli la cui opera di racconto è ora continuata proprio attraverso la “sua” Paraloup. Il Museo dei racconti, che è uno degli strumenti creati in borgata a questo fine, vale assolutamente una visita. Non ci si faccia trarre in inganno dalla parola “museo”: nessuna noiosa esposizione di muti cimeli. Nella baita che è stata dedicata al museo si entra nella storia di Paraloup: si viene coinvolti da una narrazione multimediale, emotiva e storicamente puntuale allo stesso tempo, che ripercorre le varie stagioni di Paraloup fino ad oggi.

Emblematica è la panchina che si incontra subito entrando in borgata proprio all’ingresso del Museo dei racconti. Una bella panchina in legno con una grossa scritta intagliata su seduta e schienale: “LIBERTÀ BENE IMMENSO“. Parole di cui Alessandro sente tutta la responsabilità e importanza. Monito in primis per loro che hanno scelto di andare a vivere a Paraloup facendosi testimoni di quei valori e di un certo modo di guardare la vita. Questa panchina è un segno concreto che quello che si sta cercando di fare in questa borgata a 1360 metri nel comune di Rittana non è solo una tutela e valorizzazione della memoria, ma è l’applicazione concreta e quotidiana di una visione della cultura come veicolo e strumento imprescindibile per essere liberi.

Paraloup Cultura significa libertà: così Paraloup rivive
Paraloup

Alessandro e La Banda ci aspettano a Paraloup

Vi raccomando l’ascolto della chiacchierata, ma soprattutto vi auguro che sia solo il primissimo passo per andare poi a conoscere direttamente, Alessandro, Valeria, Cheriff e tutta la comunità che si è creata e si sta creando a Paraloup: quale luogo di ibridazione e libertà vi accoglierà qualsiasi sia il vostro approccio, che sia una birretta o una mangiata in compagnia, una camminata o una pedalata in un paesaggio eccezionale oppure l’interesse per un approfondimento storico o la partecipazione ad un evento. Unica predisposizione raccomandata è la curiosità cioè lasciare aperta la possibilità di mettersi in discussione e la voglia di scoprire qualcosa in più di quel che ci si aspettasse.

Per le Resistenze Paraloup
Per le Resistenze

A proposito di eventi e di riflessioni sulla Resistenza, dal 22 al 25 aprile a Paraloup ci sarà l’edizione zero delle giornate “Per le Resistenze”

Saranno quattro giornate verso il 25 aprile, per riflettere insieme sulle nuove Resistenze attraverso i tre temi a cui Nuto Revelli ha dedicato la sua vita dopo la guerra e l’esperienza partigiana a Paraloup: il mondo dei vinti, l’anello forte, i giovani.

Ci saranno incontri, letture, presentazioni, dj set, installazioni … e non mancherà il buon cibo del Ristoro della Borgata!

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19 Aprile 2022
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RUBRICA A CURA DI:
Luca Serenthà

Sono colui che tiene le fila di quest’intreccio di idee, contenuti e competenze che è Fatti di Montagna. In un certo senso, essendone l’ideatore potrei anche definirmi come primo (cronologicamente parlando) partner. Ci tengo che si capisca che Fatti di Montagna non è il mio blog, ma uno strumento che serve per raccontare la montagna.

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