Ormai ogni arma sembra lecita per combattere l’epidemia di Covid-19. In Alto Adige sono stati arruolati anche i cannoni sparaneve e il vino…
Qui il podcast con anche questa notizia
Burro o cannoni? era la domanda che Mussolini rivolgeva alle folle osannanti. E la risposta era sempre la stessa: cannoni. C’è voluto l’8 settembre perché gli italiani ridotti alla fame si pentissero amaramente e cambiassero opinione sui cannoni. E anche sul burro che ora non manca sulle nostre tavole. In questi giorni è ai cannoni che si rivolgono speranzosi gli italiani, specie quelli che vivono nelle belle città della provincia di Bolzano. Da qualche settimana infatti i tecnici della Demaclenko a Vipiteno, società del Gruppo Leitner specializzata nella produzione di sistemi per l’innevamento programmato, hanno messo a punto un sistema per la sanificazione di strade e luoghi pubblici che parte proprio dai cannoni adibiti all’innevamento delle piste. Il sistema, montato su camion, è composto da un generatore ad alte prestazioni collegato a una pompa in grado di assicurare la pressione ottimale dell’acqua e a un serbatoio contenente disinfettanti biodegradabili al 100%. Lo scopo è di irrorare le vie e le piazze cittadine con una benefica “nevicata” a base dei suddetti disinfettanti.
Nella ricerca di nuove tecnologie antivirus va segnalata un’altra notizia che origina proprio dall’Alto Adige Sud Tirol. Si tratta a ben vedere di un uso improprio del vino, una procedura che per qualcuno grida vendetta, ma ha tutta l’aria di rivelarsi socialmente utile e meno dannoso qualora se ne abusi del “nettare” tanto amato. In questo caso il vino viene trasformato, distillandolo, in un liquido igienizzante da fornire a ospedali e privati cittadini.

In apertura: test dei cannoni riconvertiti alle operazioni di sanificazione.
A quanto si apprende dal Sole 24 Ore, 22 milioni di litri di vino da tavola delle giacenze nelle cantine sarebbero destinati a essere distillati per produrre i citati igienizzant. La proposta è stata fatta da AssoDistil e Alleanze cooperative agroalimentari del Trentino Alto Adige che, mediante il sistema delle cantine sociali e cooperative, rappresenta oltre il 50% dei volumi di vino prodotti. Si tratterebbe comunque di una distillazione temporanea. Solo il tempo che basta, insomma. Tranquilli: igienizzanti a parte, la produzione vitivinicola in Italia continuerà ad assicurare adeguati rifornimento per tutte le tavole. Con la speranza che non venga a mancare un buon bicchiere per un brindisi quando tutto sarà finito e i cannoni riprenderanno a sparare quella neve programmata per cui sono stati predisposti. (Serafin)
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