Una rassegna di notizie, quella che ci propone questa settimana Serafin, che profuma un po’ d’avventura, un po’ di mondo più pulito e un po’ di fieno: ci parla infatti di Bushcraft, di bici-camper, di blogging e del Festival di Cinema Rurale “Corto e Fieno”
Qui puoi ascoltare le notizie nella puntata del podcast
“Bushcraft 101” : l’arte della sopravvivenza
Prima di tutto vorrei spiegare agli amici che ci seguono, caro Luca, il significato del termine inglese “bushcraft”. Confesso che io stesso non ne avevo mai sentito parlare. Ma ancora una volta è il web a illuminarci: bushcraft a quanto si apprende da Wikipedia è un insieme di conoscenze e tecniche atte a vivere in un ambiente naturale, sfruttandone le risorse per soddisfare i bisogni primari quali cibo e rifugio.
Non è da oggi che la vita primitiva calamita le nostre attenzioni. Quarant’anni fa ricordo che andò a ruba in Francia il “Manuale della vita selvaggia” di Alain Saury tradotto in varie lingue e che ancora oggi fa la sua figura negli scaffali della mia libreria. Non c’è dunque da meravigliarsi del successo ottenuto negli Usa, e ora anche in Italia, dal volume “Bushcraft 101”, la guida da campo all’arte della sopravvivenza nella natura selvaggia, libro scritto da Dave Canterbury esperto della materia, da poco proposto dall’editore Priuli & Verlucca.
L’amico Luciano Santin, giornalista e storico dell’alpinismo che me lo segnala, definisce il libro “un meticoloso manuale di 300 pagine basato su quelle che l’autore definisce le 5 C (cutting tools, covering, combustion devices, containers, and cordages, ovvero coltelli e oggetti da taglio, coperture, combustione, contenitori, corde). Il libro dà esaurienti indicazioni su come affrontare la wilderness, o comunque zone prive di tutte le più elementari comodità, a partire da un tetto sulla testa.
Il più della precettistica viene dedicato ad attività semplici, anche se importanti, a partire dal corretto contenuto dello zaino (spesso si dimenticano cose indispensabili, mentre si dà spazio a oggetti superflui, o sostituibili con risorse del territorio). Nel volume vengono trattati argomenti come l’orientamento, l’alimentazione con risorse vegetali o animali, la protezione dalle intemperie e il mantenimento delle temperatura.
Per tornare alla considerazione iniziale, il manuale piace perché apre spiragli su un modo di rapportarsi alla natura che è diretto e semplice e risponde al bisogno, sempre più avvertito, di liberarsi dalle griglie di un modo di vivere consumistico, in cui l’autosufficienza è un’eresia. Non a caso Canterbury, in America, ha già dato alle stampe un altro libro, “Advanced Bushcraft”, secondo livello di tecniche per la sopravvivenza in ambienti ostili.
La bici diventa un camper
L’autosufficienza di cui parlavo a proposito di “bushcraft” è un motivo di attrazione per una certa sorprendente bicicletta di cui dà notizia la documentatissima newsletter Bicitech che settimanalmente mi viene recapitata. Mi ha colpito, caro Luca, l’idea che sia possibile sedersi, cucinare, lavorare, riposare e dormire su tale bicicletta dopo una giornata passata… in bicicletta. Non è un paradosso, si tratta dell’invenzione di un cicloturista, Bernhard Sobotta, creatore di un veicolo che sta alla bici con rimorchio come il camper sta alla roulotte.
The Cercle, così si chiama l’insolita bicicletta di cui stiamo parlando, presenta un telaio con un grosso anello al centro, una vera e propria struttura creata per inglobare e permettere diverse funzioni. Il concetto è molto simile ai pantaloni che utilizzano i tuareg del deserto, concepiti con un cavallo bassissimo che forma una superficie tra le gambe quando ci si siede: questo perché tra le dune di sabbia non c’è ovviamente alcun posto dove poggiare anche solo un piatto, proprio come in bici non c’è alcun luogo dove stendersi per riposare o consumare la cena.
Bernard ha costruito questo speciale telaio perché potesse viaggiare e pernottare ovunque senza separarsi dalla sua bici. Per un amante del cicloturismo non è cosa da poco, nonostante vi siano ancora diversi aspetti del veicolo da definire meglio. Cuore del design è dunque il cerchio al centro, sede di uno sgabello inscritto al suo interno che si può ribaltare ed estendere per diventare sedia oppure brandina.
C’è anche un tavolino dove mangiare oppure cucinare e poi quando si riparte, chiudere tutto nella rete elastica che fa diventare quello spazio un vero e proprio vano portabagagli. Il resto vi invito a leggerlo nella citata newsletter Bicitech dove trovate anche un breve filmato che rende bene l’idea di questa bicicletta semplicemente geniale, espressione di un cicloturismo sempre più organizzato e fattibile.
Tempo di plogging
A proposito di ambiente naturale, non ricordo se fra tanti fatti e misfatti raccolti in questo spazio ho mai fatto cenno al “plogging” il cui termine deriva dall’unione tra “running” e “plocka upp” (“raccogliere” in lingua svedese). Forse tu, Luca, mi puoi aiutare. Anche a te dovrebbe risultare che di plogging si sente parlare sempre più spesso in Italia (quanto al farlo è un’altra questione). Tra quelli che da più tempo ne parla (e lo fa), mi citavi l’amico regista e attore Marco Cortesi che con Mara Moschini è autore della serie TV Green Story Tellers. Nessun dubbio allora che abbia attecchito anche nella Penisola questa marcia podistica abbinata alla raccolta di rifiuti lungo il tragitto. Un buon segnale potrebbe essere rappresentato dalla Giornata Nazionale del Plogging, celebrata domenica 26 settembre in Trentino. La giornata prevedeva il ritrovo alle ore 9 in alcune località delle Giudicarie. Conclusione verso le 13 a cui seguiva il pranzo in compagnia offerta ai partecipanti.
Altra trovata eco friendly: il camminare rastrellando che starebbe prendendo piede nel Trentino. “Ma che bel rastrello!” s’intitolava infatti una camminata da Capriana a Carbonare per scoprire la straordinaria biodiversità dei prati di montagna e aiutare i giovani allevatori nelle prime faccende primaverili di cura dei prati, scambiando conoscenze ed esperienze. E rastrellando i prati, s’intende, dove necessario.
A proposito di Plogging… l’azienda “Scarpa”, annuncia la prima edizione del Campionato Mondiale di Plogging. La manifestazione, in programma dall’1 al 3 ottobre sul territorio dei sette Comuni della Val Pellice, sulle Alpi Torinesi, vede sfidarsi per il titolo iridato circa cento tra atleti ed atlete. Il calcolo del punteggio individuale si base su tre parametri: la distanza percorsa, il dislivello positivo e i rifiuti raccolti, trasformati in CO2 equivalente risparmiata.
Corto e Fieno, il festival profumato di stalla
Infine desidererei segnalare che è arrivato alla sua dodicesima edizione “Corto e Fieno”, il festival del cinema rurale in programma l’1, 2 e 3 ottobre 2021 sul lago d’Orta, nei Comuni di Ameno, Miasino e Omegna tra le province di Novara e Verbania, in Piemonte. Da più di un decennio questa rassegna continua a scovare e mostrare film rurali già presentati a prestigiosi festival internazionali, definiti occasioni indispensabili per mostrare uno spaccato di quel rapporto fondamentale che lega tutti noi alla natura e al lavoro della terra.
“Corto e Fieno” nasce dunque nel 2010 da un’idea dell’Associazione Asilo Bianco ed è diretto da Paola Fornara e Davide Vanotti. Ogni anno permette di interrogarsi e avere risposte sulla ruralità oggi in Italia e in giro per il mondo. La godibile locandina 2021 è firmata da Massimo Caccia, artista poliedrico che mette in scena uno spaesato mondo animale. Da non perdere il mercatino con le specialità a chilometro zero. Quest’anno non è stato però possibile organizzare, causa pandemia, la serata in un’autentica stalla. Ma il profumo di stalla lo si avverte, eccome. Una raffinatezza che nessun altro festival è in grado di offrire.
Tutte le proiezioni sono a ingresso gratuito. Obbligatori il green pass e la prenotazione via email a: cortoefienofestival@gmail.com
E con questo profumo mi congedo, caro Luca, sperando di avere soddisfatto le narici dei nostri lettori.
Alla prossima!
Roberto Serafin
RUBRICA A CURA DI:
MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
Scheda partner