La fioritura dei narcisi è tornata ad imbiancare i prati delle nostre montagne: una bella notizia per i nostri sensi intorpiditi da troppa segregazione domestica. Ci sono due cattive (ma non inaspettate) notizie però. La prima è che c’è chi non si preoccupa di deturpare l’ambiente (ma non dovevamo imparare tante cose durante il lockdown?). Il secondo fatto (anzi misfatto) è forse anche peggiore: in troppi casi si continua ostinatamente a pensare che l’unico bianco possibile per la montagna sia quello della neve artificiale.
Qui il podcast per ascoltare anche questi misfatti
Chi ha detto che sono scomparsi i narcisi dalle prealpi lombarde? Questo si leggeva tempo fa nel sito dell’associazione Gente di Montagna. E invece mai visti tanti narcisi come questa primavera nel Triangolo Lariano in provincia di Como. Che senso di pace offrono dopo l’interminabile e angoscioso lockdown! E’ vero però che non si fanno più, come nel dopoguerra, le narcisate con interi pullman di gitanti festosi. Anche perché il narciso è protetto come tutti i fiori che allietano le nostre gite in qualsiasi stagione.
Purtroppo non è protetto da sconsiderati motociclisti che, in barba alle vigenti leggi e norme che regolamentano ovvero vietano la circolazione fuoristrada dei mezzi motorizzati, domenica 24 maggio hanno attraversato i prati ricoperti di narcisi. Non in Lombardia. È successo in Liguria, come si apprende da Facebook, nel Parco naturale dell’Antola. E nessuno del gruppo Carabinieri Forestale che li abbia intercettati facendogliela pagare cara. Ma tranquilli. Daniela Segale, presidente dell’Ente Parco Naturale Regionale dell’Antola, segnala che, alla buonora, si sta valutando con la Regione Liguria un potenziamento dei servizi di vigilanza e polizia amministrativa. (Leggi il comunicato)
Anche sull’incanto dei narcisi del Triangolo Lariano si riverbera purtroppo l’urlo lacerante delle moto che da queste parti però non invadono i prati ma si scatenano sui tornanti che da Sormano conducono alla Colma trasformandoli in un autodromo o motodromo che dir si voglia. Di militi della Stradale non se ne vedono. Per ritrovare la pace dopo aver parcheggiato con fatica la macchina ci si deve inoltrare su sentieri e stradelle sulle pendici del San Primo, la vetta più elevata e anche la più panoramica di tutto il territorio fra Como e Lecco.
Ma quanti conoscono i piaceri offerti a buon prezzo in tutte le stagioni dal Triangolo Lariano? In realtà il futuro della montagna lombarda lo si gioca altrove a suon di pubblici euro. La notizia è di questi giorni: la Regione Lombardia ne stanzia 2,8 milioni di euro nel comparto degli impianti e delle piste di sci, tutte in deficit non solo di neve, ma se ne guarda bene dal promuovere un “nuovo” (si fa per dire) turismo sostenibile che possa riconciliare con la natura alpina ancora tanto generosa. (notizia sul sito di Regione Lombardia). Anzi, se può, l‘”eccellente” Lombardia indice bandi, tramite la Comunità Montana del Triangolo Lariano, allo scopo di “valorizzare” questi stupendi prati nel senso di riattivare vecchi skilift con l’aggiunta inevitabile di cannoni per la neve artificiale. Accanimento terapeutico è stato benevolmente definito. Pare che nessun imprenditore si sia però fatto avanti. Intanto godiamoci finché possibile queste bianche fioriture mentre le Grigne, indifferenti, stanno a guardare. (Serafin)
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