Conoscete Fra’ Dolcino? La Valsesia eretica sulla scia del ribelle medievale potrebbe essere una scoperta molto affascinante. Farsi guidare da Flavia Cellerino, instancabile divulgatrice, esperta in percorsi alpini d’arte e di paesaggio, che con Artesulcammino organizza il viaggio è un’opportunità che si può cogliere a maggio.
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I viaggi di Artesulcammino con Flavia Cellerino
Non so se me lo potrò permettere. Ma se avessi qualche anno di meno e un briciolo di energia in più, non mi priverei di un viaggio con Flavia Cellerino alla scoperta di percorsi alpini d’arte e di paesaggio come lei li definisce. Conobbi Flavia quando idealmente infranse le barriere del lockdown grazie alle sue lezioni su arte e montagna. In “remoto”, ma non per questo meno appassionanti. Storica, ricercatrice, Flavia Cellerino è di norma impegnata nella divulgazione scientifica con istituzioni pubbliche e private per la realizzazione di mostre, libri, convegni, corsi, conferenze.
Chi la conosce non nutre dubbi sulla sua vocazione montanara e la sua passione per i cammini “griffati”. Lei sostiene di sentirsi a suo agio più con un paio di scarponi ai piedi che calzando scarpe con i tacchi. Il problema quando si è in gita temo che sia proprio quello di tenere il suo passo.
La buona notizia è che con l’arrivo della buona stagione, l’infaticabile Flavia ha inaugurato i viaggi di Artesulcammino. Ne dà l’annuncio lei stessa, che tra l’altro è responsabile di diversi progetti culturali e tra i maggiori esperti nell’affascinante storia dell’arte in montagna.
Senza con questo volersi ispirare all’inglese Freya Stark, una delle più grandi viaggiatrici del Novecento, i viaggi di Flavia Cellerino sono tendenzialmente avventurosi ma saldamente uniti da temi culturali, storici e artistici. Ricordo la volta che Flavia condusse i lettori di MountCity nell’incantevole Svizzera illustrata nei dipinti di Caspar Wolf che nel Settecento conquistarono i parigini “lanciando” i monti elvetici tra le più ambite mete turistiche d’oltralpe. Ricordo anche che Flavia proseguì il suo dialogo con gli appassionati d’arte offrendo un particolare omaggio al Monviso la cui vetta compare in un dipinto che Oddone Pascale realizzò nel 1535 su commissione di Francesco Ludovico, signore di Saluzzo.

Viaggio nella Valsesia eretica
Ma veniamo alle attuali scorribande. Tra le prime mete figura la Valsesia con i suoi crinali che fanno da sfondo alle complesse vicende dell’eresia di Fra’ Dolcino. Nato a Prato Sesia intorno al 1250 e morto al rogo a Vercelli nel 1307, il ribelle Dolcino adottò le valli alpine come suo rifugio. La Chiesa, quella da lui giudicata corrotta e apostata, non gli perdonò di averne profetizzato la fine e l’avvento di una nuova società con una chiesa “altra”.
I sentieri percorsi in Valsesia dove Dolcino fu accolto con favore dai valligiani sono dall’11 al 14 maggio gli stessi scelti da Artesulcammino. Il viaggio è anche un modo per ricordare che le Alpi, da sempre considerate rifugio e megafono delle anime libere, di recente sono state mortificate da muri e fili spinati nel tentativo di porre un argine alle ondate dei migranti. Che sono tuttavia proseguite per terra e per mare.

Dante, Eco e Camanni: chi parla di Fra’ Dolcino
Ma questa è storia recente e viene raccontata nel libro “Alpi ribelli. Storie di montagna, resistenza e utopia” (Laterza, 248 pagine, 18 euro) di Enrico Camanni. Ve ne raccomando la lettura non senza segnalarvi che Fra’ Dolcino è ripetutamente citato nel romanzo di Umberto Eco “II nome della rosa” nelle parole dell’inquisitore Bernardo Gui. E che Dante Alighieri nella sua “Commedia” affida a Maometto la profezia relativa all’arrivo di Fra’ Dolcino nel luogo dell’eterna dannazione.
Nel suo libro Camanni spazia dall’eroe Guglielmo Tell agli artigiani eretici che si sacrificarono per l’appunto con Fra Dolcino ai piedi del Monte Rosa, ai partigiani che fermarono i nazifascisti sulle montagne di Cuneo e Belluno, fino ai movimenti contemporanei “no Tav” contro il treno ad alta velocità in Valle di Susa. Fra Dolcino lascia dunque nei secoli migliaia di eredi.

I luoghi di Fra’ Dolcino
Ma come avverrà in maggio l’incontro con il ribelle? C’è da stare sicuri che Flavia si ripromette di condurvi su un monte dolciniano chiamato Rubello nelle Alpi Biellesi, lungo lo spartiacque tra il bacino del Torrente Strona di Mosso e quello del Sessera.
Nel remoto 1306 la zona attorno a questa spoglia ma suggestiva montagna servì nfatti da rifugio a Fra’ Dolcino e ai suoi seguaci, che allestirono rustiche fortificazioni. Peccato che la zona abbia visto nella primavera del 1307 la loro definitiva sconfitta militare.
Fu su quel monte che nel 1907 in occasione del sesto centenario della morte di Fra’ Dolcino fu inaugurato un obelisco di pietrame, alla cui realizzazione contribuirono varie associazioni biellesi di ispirazione laica e socialista. Ma la cosa non piacque alle camicie nere e l’obelisco venne stoltamente abbattuto e sostituito, nel 1974, da un cippo di pietra.


Certo la presenza di Dolcino è percepibile su tutte le montagne tra Novara e Vercelli dove il ribelle tentò di costruire una sorta di “stato libero della fede”. Il potere secolare e religioso non poteva però accettare questi stravolgimenti. Dolcino, torturato, processato e condannato a morte, fu arso vivo pubblicamente il 1º giugno 1307 dopo aver assistito al rogo della moglie Margherita.
Per configgere i dolciniani fu organizzato un imponente esercito costituito da circo 8 mila uomini. Dopo una strenua resistenza, il 23 marzo 1307 i crociati penetrarono nelle fortificazioni erette dai seguaci di Dolcino e catturarono gran parte di loro. Fu alla fine dell’800 che il monte Rubello, dove si era svolta l’ultima battaglia dei dolciniani, cominciò a diventare luogo prescelto di incontro dei sovversivi biellesi (mazziniani, radicali, anarchici, socialisti…).

Altri appuntamenti estivi con Artesulcammino
Tornando ai viaggi di “Artesulcammino”, va segnalato che percorsi d’arte e di paesaggio inaspettati attendono i fortunati turisti anche in Val d’Aosta. Tra le mete dal 2 al 4 giugno la valle di Rhemes, i sentieri animati dalle statue di legno a Chemp, castelli e altre testimonianze di vita quotidiana in media valle.
Ormai è un classico di Artesulcammino anche il soggiorno in Valle Stura di Demonte, a Sambuco; camminate, storia e accoglienza al top sono previsti dal 10 al 16 luglio. In Austria, nella regione termale e dei laghi che fa capo a Bad Ischl, visite e passeggiate sono invece in programma dal 22 al 29 luglio per ripercorrere la (prei)storia dalle antiche miniere di Hallstatt sino alle vacanze della corte asburgica e degli intellettuali tra Ottocento e Novecento. La piacevolezza del Cadore Friulano, a Sappada, ridente località in scenografica posizione viene proposta dal 29 luglio al 5 agosto. Ma molte altre ghiottonerie in stile Cellerino sono in arrivo e non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Per contattare Flavia e Artesulcammino.
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