Quel che mi sento di proporre per questa occasione non è un itinerario particolarmente avventuroso o unico in quanto a straordinarietà di ambienti. Il mio è un sentiero di prossimità, della montagna vicino a casa, quasi sempre ignorata perché si preferisce cercare le altitudini più suggestive. Proprio per questa vicinanza l’ho pensata, desiderata e percorsa appena finita la clausura del lockdown. Con un unico piacere: quello di girovagare liberamente nella natura. Si tratta dell’anello della Colma del Mombarone in provincia di Torino, ai confini con la Valle d’Aosta e con il biellese. Una montagna di confini amministrativi (torinese, biellese e valdostano), ma anche geografici: il primo importante sperone montuoso che si affaccia dalla Valle d’Aosta sulla pianura piemontese. Il pendio presenta una grande varietà di paesaggi e ambienti, dalla pianura fino alla vetta si incontrano tutte le fasce di vegetazione continentale: dai boschi planiziali passando poi attraverso i castagneti, le faggete, le peccete e i lariceti fino alle quote maggiori dove prendono il sopravvento i pascoli.
Percorso
Per iniziare la salita suggerisco di raggiungere in auto la località di San Giacomo di Andrate (1200 m slm) e da lì partire. Il percorso da seguire è il tracciato dell’incredibile corsa Ivrea-Mombarone: non riesco mai a capacitarmi di come alcuni umani possano fare lo stesso percorso in un quinto o un sesto del tempo di un normale escursionista. […]
Raggiunto il rifugio Mombarone manca poco ad arrivare alla cima. Dal rifugio si arriva in circa 10 minuti alla vetta della Colma di Mombarone (2.364 m). Il panorama è davvero speciale nella sua grandiosità, molteplicità e anche contraddittorietà di visuale. Con una rotazione di 360 gradi partendo da destra e andando in senso orario si possono vedere le Alpi del biellese e parte della val Sessera e poi quelle lombarde, in pianura si scorgono i laghi di Viverone e Candia incastonati nell’Anfiteatro Morenico, si arriva fino al Monferrato, Torino, le Alpi Liguri e il Monviso. Risalendo verso nord-ovest si osservano il massiccio del Gran Paradiso, il Monte Bianco, il Gran Combin, il Cervino e il Monte Rosa.
Una complessità e una conflittualità di paesaggi, paradigmatici della strana relazione che noi umani abbiamo costruito con la Natura: plasmata, abbandonata e poi riplasmata e ancora abbandonata, in un ciclo continuo senza mai domandarci dove vogliamo arrivare. Ovunque si coglie traccia del nostro agire, non solo nella pianura antropizzata che in inverno si presenta con una coltre gassosa di un colore che sta tra il nerastro e il marroncino. Così repellente tanto da non farci capacitare di come sia possibile respirare quando siamo immersi lì dentro. Anche le montagne più alte stanno mutando a causa nostra: in un po’di decenni i cambiamenti climatici che abbiamo indotto si porteranno via tutti i ghiacciai.
Tornando al sentiero, per la discesa suggerisco quello sul lato che guarda alla Valle
d’Aosta verso la frazione di Trovinasse. […]
Percorrendo il sentiero a mezza costa che termina a San Giacomo s’incontrano altri incantevoli boschi di betulle e faggi, intercalati a prati e baite, testimonianze di una montagna fortemente vissuta nonché abitata nel recente passato. Di particolare pregio la chiesetta situata nel pratone di Corma degli Ordieri.
Una montagna quella della Colma del Mombarone senza pretese e per tutte le stagioni, infatti la salita al Mombarone è una classica sci-alpinistica, effettuabile anche con le ciaspole. Una montagna senza griffe, ma con le sue narrazioni, rappresentazioni e emozioni.
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L’autrice
Vanda Bonardo, laureata in Scienze Naturali, è ambientalista fin dalla giovane età. Per diversi decenni ha coniugato l’impegno nelle politiche ambientali con le attività di formazione ed educazione. Ha collaborato con l’associazione nazionale Legambiente Scuola e Formazione ed è stata direttrice di numerosi corsi di aggiornamento riconosciuti dal Ministero dell’Istruzione. Ha pubblicato testi, dossier e opuscoli divulgativi e didattici su temi come le risorse idriche, i trasporti, la difesa del suolo, il turismo montano, lo sviluppo locale in montagna…
Ha scritto soggetto e sceneggiatura di “Libellule”, il documentario scientifico più premiato in Italia nel 2009. Collabora con la rivista “Nuova Ecologia” ed è membro della redazione di “Dislivelli”.
Come presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta ha seguito attivamente tutte le maggiori questioni ambientali del Nord-Ovest italiano. In qualità di esperta dal 2019è membro dell’Alpin Biodiversity Board del Segretariato permanente della Convenzione delle Alpi.
Dal 2012 è responsabile nazionale Alpi per Legambiente e dal 2011 membro del Consiglio Direttivo di CIPRA Italia (Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi) di cui da maggio 2020 è la presidente.
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MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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