Metafora della virtù e della conoscenza, da Ulisse in poi il viaggio “di sola andata con arrivo al punto di partenza” nella nostra civiltà diventa il viaggio più importante per definire l’essere umano. Tre volte lo intraprende Dante, che alla fine si ritrova sempre sotto le stesse stelle. Quello che conta infatti è il bottino culturale, l’arricchimento morale alla fine del percorso ad anello. Meglio non pensarci facendo il giro ai piedi delle Cime Bianche, per non rischiare di darsi troppe arie.
Perché in realtà questo circuito passa veramente attraverso la storia del nostro Pianeta. Risalendo dalle viscere della Terra ai fondi oceanici, dalle barriere coralline sommerse ai massicci cristallini innevati, dalle ere remote all’irrequieto presente geologico, registriamo qui un percorso di progressiva elevazione ed avvicinamento alla realtà attuale. Sperimentati gli inferi, riconosciamo il valore della luce. Sperimentato il passato remoto, riconosciamo quanto è importante non sprecare il presente.
Incamminiamoci sul faticoso suolo di morena, fra massi grandi e piccoli, dove nessuno ha mai tentato di coltivare qualcosa. Da Saint-Jacques (Ayas) la mulattiera per il Monte Rosa (n. 8) ci porta a Fiéry che trasuda Belle Epoque, poi a destra ancora un po’ lungo il torrente di Tsère. […]
Proseguiamo la salita lungo il vallone di Tsère fino a rilassarci nell’idillico Plan de Tsère, con il torrente che serpeggia nel verde. […]
Risaliamo la dorsalina e sbuchiamo nel bel mezzo del gran Vallone delle Cime Bianche. Sotto i nostri piedi, ben levigati dall’antico ghiacciaio, ecco gli antichi magmi eruttati al fondo dell’oceano.
Siamo saliti di un gradino rispetto alle rocce “magnetiche” del basamento. Ma qui la vista si apre sul versante destro del gran vallone, con la vistosa fascia bianca a mezza costa. […]
Siamo così risaliti nello spessore della litosfera oceanica dal basamento ai sedimenti, e alla sponda continentale. Ma siamo anche risaliti dal periodo Triassico (la fasciabianca) al periodo attuale con le deformazioni del suolo dovute ai movimenti interni del Pianeta, che spingono su il Monte Rosa. Oltre ai liscioni a specchio del Plan de Tsère, ne vediamo qui begli esempi con i solchi, i laghetti, le rocce triturate e le torbiere che pullulano fra l’Alpe Varda (dove siamo noi) e l’Alpe Mase (un po’ più in alto).
Scendendo alle Alpi Ventina, Giomein e Courthod continueremo a rimbalzare nello spazio e nel tempo, dallo sprofondamento del fondo oceanico stretto fra due continenti (Giomein) alle rocce dolomitiche cotte nella fornace da calce (con cartello illustrativo) alla marmitta dei giganti. Infine, giù a Saint-Jacques troveremo la pietra ollare, un derivato dai magmi del fondo oceanico, lavorata e inserita nei muri delle case e sul sagrato della chiesetta, sotto forma di coni troncati da scarto di lavorazioni. E saremo pieni di “virtute e conoscenza”, perché “fatti non fummo a viver come bruti”…
LEGGI IL TESTO COMPLETO DELL’ANELLO D’AUTORE DI FRANCESCO PRINETTI
L’autore
Franceco Prinetti è geologo con la missione di parlare ai non- geologhi. Nato a Torino nel 1948 dove si è anche laureato nel ’73, nel 1991, a congresso con altri 130 “saggi” del mondo intero, ha firmato la Carta di Digne per la Protezione del Patrimonio Geologico: pietra miliare dell’ambientalismo scientifico mondiale e modello di tutte le attuali attività di geoturismo e di gestione di aree protette ad indirizzo geologico.
Membro della Société Géologique de France, della Società Geologica Italiana e, fin dalla fondazione, della Associazione nazionale Geologia e Turismo, ha partecipato a varie pubblicazioni, in particolare guide turistiche e periodici scientifici. Figlio della sua passione divulgativa è il libro “Andar per Sassi” (Musumeci ed., 250 p., 20 euro) nel quale, come Prinetti stesso afferma, ha avuto “voglia di dire che la geologia alpina è ricchezza culturale” e “tradurre in linguaggio pedestre concetti apparentemente complicati”. Sul suo sito andarpersassi.it si trovano montagne di articoli e contenuti che non possono non far piacere la geologia ad ogni amante della montagna. Ne segnaliamo in particolare due di approfondimento sul vallone delle Cime Bianche: Cime Bianche, cosa le rende uniche e Il vallone dell’Oceano Perduto.
QUI TROVI LA RACCOLTA DI TUTTI I FATTI AD ANELLO PUBBLICATI
RUBRICA A CURA DI:
MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
Scheda partner