Da soli o in compagnia, appunti di un pellegrinaggio nel più frequentato cammino del mondo che ora si presenta in versione “destagionalizzata”. Stimolato dai racconti di viaggio di suo nipote Mirto, Serafin ci fa venir voglia di prendere lo zaino e partire per Santiago, non prima di aver ascoltato però un’interessante conferenza che ci aiuta a comprendere le origini del pellegrinaggio a Santiago e come abbia inciso nella storia d’Europa. Per non pensare che sia solo una moda degli ultimi anni!

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Cammino di Santiago tutto l’anno

Parola d’ordine: destagionalizzare. È l’impegno di alcune note località che devono le loro fortune agli sport invernali messi in crisi dal riscaldamento globale. Ma più in generale di questi tempi il turismo soffre se viene praticato in esclusiva nelle cosiddette buone stagioni. Ora si apprende che anche il celeberrimo Cammino di Santiago può essere percorso tranquillamente d’inverno. Che, anzi, nella cosiddetta cattiva stagione il percorso è fonte di nuove scoperte per il pellegrino, meteo permettendo.  Le indicazioni per starsene in giro a piedi per 12 giorni da Ponferrada a Compostela si possono trovare in una guida fresca di stampa edita da Terre di Mezzo (titolo: “A Santiago lungo il Cammino d’inverno”).

Il Cammino di Santiago di Mirto

Pronto a ripartire si dice mio nipote Mirto impegnato l’estate scorsa in solitaria pedibus calcantibus lungo una parte del Cammino. In procinto di compiere 18 anni, l’esperienza lo ha entusiasmato. Ma già era noto che ormai a Santiago ci si va a tutte le età, in compagnia o da soli, in auto, in moto, in bici. E ci si va in tutte le stagioni, compresa quella invernale come ora si deduce dalla nuova guida di Terre di Mezzo. Leggo che il Cammino d’Inverno inizia dal Bierzo, nella Castilla y León, per poi entrare già all’inizio della seconda tappa in Galizia, di cui si toccano tutte e quattro le province. Meraviglia delle meraviglie, dalla città templare di Ponferrada, fra boschi e vigneti, ci si dirige verso Las Medulas, riconosciuta Patrimonio dell’Umanità Unesco grazie alle spettacolari miniere d’oro di epoca romana.

Mi è già venuta l’acquolina in bocca da vecchio “camminacontinuo” per questa edizione invernale che ci risparmia il sole a picco della Galizia. Se non fosse per i miei senili acciacchi sarei pronto a partire, suggestionato dalle belle immagini che l’estate scorsa Mirto mi mandava “in diretta” col cellulare dalla Galizia (mio nipote lo seguivo giorno per giorno, asserragliato in casa con un campionario di ronzanti ventilatori). 

Mirto a Santiago Soli o in compagnia sul Cammino di Santiago
Qui Mirto a Santiago e in apertura tratto del Cammino (foto di Mirto Serafin)

Ma fino a che punto Mirto ha tenuto fede all’impegno di camminare solo soletto? Andando verso Santiago mi dicono che non si è mai in solitudine specie se si è giovani ed entusiasti. So che sognava da tempo di compiere il Cammino e adesso non vede l’ora di riprovarci. Come spiega David Le Breton nel suo mirabile “La vita a piedi”, di alcuni luoghi si ha la sensazione che da tempo siano lì ad attenderci. Non avevo però messo sul conto che quella sterminata prateria, ingrandendola nello smartphone, si svelasse punteggiata dai giganteschi mulini di un parco eolico. In un’altra immagine Mirto emergeva dall’acqua di un laghetto, in un’altra affrontava in solitaria una salita nella boscaglia… 

“Ciò che ti rimane dentro del Cammino”, mi disse al ritorno il mio vagabondo nipote, “è difficile da spiegare. Ecco, forse ti offre un senso di libertà raro da trovare di questi tempi. O meglio l’illusione che le cose possano essere cambiate, basta infilarsi un paio di scarpe. Insomma, è un’esperienza che un po’ ti cambia, o almeno questo mi è sembrato. Camminando da soli c’è poi più tempo per pensare ed esplorare il mondo e un po’ anche se stessi”.

Il Cammino di Santiago è il percorso più frequentato al mondo: ogni anno vi si danno appuntamento più di 300 mila pellegrini. Per sgambare, trotterellare, pedalare da soli o in compagnia. Peccato non poter più fare parte di queste amene combriccole da quel vecchio, affannato Scarpantibus che sono diventato.

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“L’invenzione del Cammino di Santiago” conferenza di Flavia Cellerino

Ma proprio per questo farò di tutto per non perdermi una delle conferenze della serie “Artesulcammino” della storica Flavia Cellerino a proposito dell’invenzione del Cammino di Santiago. Non sapevo, lo confesso, che il pellegrinaggio e in particolare quello verso Santiago come si legge nei programmi di Flavia, conduttrice di classe, “è stato un fenomeno unico, complesso, stratificato, che ha trasformato l’identità della  Penisola Iberica, dell’Europa e di tutto il bacino del Mediterraneo”. 

Roberto Serafin


E qui un’opportunità per partire in compagnia vivere il Cammino di Santiago con Flavia Cellerino: ULTREIA! IL CAMMINO DI SANTIAGO 


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15 Febbraio 2024
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