Ecco la rassegna settimanale preparata dal nostro Roberto Serafin. Si parla di cervi, di impatto ambientale e di clima, ma soprattutto ci si chiede se saranno davvero in molti a volersi portare il lavoro in montagna.
Qui puoi ascoltare la rassegna settimanale di notizie di Serafin
7 comuni campioni di cultura e impatto ambientale
Questa settimana, caro Luca, incomincerei con una buona notizia.
Sette Comuni piemontesi hanno conquistato il primato di località turistiche “con il miglior rapporto tra offerta culturale e impatto ambientale” grazie a un concorso sostenuto dalla Regione e da Envipark. Si meritano dunque una citazione Alagna Valsesia (Vc), Avigliana (To), Candelo (Bi), Castellar frazione di Saluzzo (Cn), Cortemilia (Cn), Ostana (Cn) e Vogogna (Vco).
La migrazione dei cervi
Intanto ti annuncio che sta per concludersi, per lo più di notte, la migrazione dei cervi per portarsi verso i pascoli più alti, dove la neve si è nel frattempo sciolta. Una migrazione invisibile e nascosta, come quella di alcuni uomini. La racconta l’amico Paolo Crosa Lenz, illustre scrittore ossolano, nel suo appassionante dossier intitolato “Lepontica”.
In aumento le valanghe sulla est del Monte Rosa
Il clima è sempre in primo piano ovviamente. Walter Bettoni ci fa sapere da Macugnaga che sono in aumento le valanghe sulla parete est del Monte Rosa. Brutto segno. Lo rivelano le webcam del Progetto “Ghiaccio Vivo” posizionate al Belvedere. Di recente una valanga è scesa an che nel canalone Imseng, un fatto assai raro nel mese di maggio a quanto sostengono i locali.
Solare ed eolico: il problema del paesaggio
Sempre a proposito di clima, a lanciare un allarme nel sito MountCity è il professor Salvatore Bragantini, illustre economista, appassionato alpinista e attento conoscitore delle problematiche ambientali. A proposito degli interventi governativi – in primo piano il solare e l’eolico – per affrontare la crisi climatica, Bragantini paventa in un suo scritto gli effetti nefasti sul nostro paesaggio.
Sono noti, riconosce lo studioso, gli argomenti a favore delle fonti alternative. Sostituiscono le fossili, riducono drasticamente l’emissione di CO2 e vari inquinanti, vanno verso la meta degli accordi di Parigi sul clima; possono creare nuovi business e concorrono allo sviluppo. Ma sono noti anche gli effetti del solare e dell’eolico sul paesaggio, importante fonte di benessere in un paese che vive di turismo.
Che fare? Il professore invita il governo Draghi “ad aprire una finestra, intensa ma breve, due settimane in cui ascoltare le ragioni di chi teme lo scempio; deciderà poi, col parlamento, secondo scienza e coscienza”.
Smart working in montagna: pro e contro
Ma l’argomento che più mi ha incuriosito, caro Luca, riguarda il Trentino. “Lasciate la città e venite a fare smart working fra le nostre montagne”, si è letto in una corrispondenza sul quotidiano La Repubblica. Una volta la montagna offriva, attraverso i dépliant, digital detox per tutti, ora invita a portarsi dietro la tastiera quando si va in villeggiatura e il lavoro da tossico si è trasformato in un balsamo. Come sono cambiati i tempi!
Lo smart working in quota è la sfida dell’estate, commenta non a caso estasiato il quotidiano La Repubblica. “Finalmente un grande ufficio all’aria aperta lontani dallo stress delle città”, è una delle frasi a effetto che si leggono nell’articolo. Vengono elencati i piaceri offerti agli smart worker ovviamente “stufi della solita scrivania, della stessa tazza di caffè, del palazzo oltre la strada che si vede dalla finestra. Perché il Trentino sa accogliere anche chi deve lavorare”.
Un segnale tutto da valutare è dunque questo profumato di stalla e di mucca che viene dal Trentino. Ma va tenuto conto che, offrendo questi scenari come mete sempre più ambite, si continua a sancire il fallimento dei montanari omologando le loro terre alle offerte delle metropoli.
Mi permetto di aggiungere da milanesone quale sono, che non è facile convincere a schiodarsi dalla città quell’umanità operosa e un po’ frenetica che normalmente riempie Milano e che ne è il sangue pulsante. In via Salutati recentemente, fra i tavoli di una trattoria disposti sul marciapiede, mi è capitato di notare una lavagnetta. Con il gesso, una mano aveva scritto una frase in dialetto cara ai milanesi, quelli di un tempo perlomeno: “Quei che ghe volten el cuuu a Milan, ghe volten el cuuu al pan”.
Ben pochi in questa città che riprende a vivere sembrano disposti – questa perlomeno è la mia opinione – a voltare le terga a un reddito sicuro per trasferirsi in pianta stabile nei paradisi in stile Heidy del Trentino. E tutto ciò anche se di certezze, ne converrai, nemmeno “el gran Milan” è più in grado di offrirne.
È tutto per oggi con la speranza che qualche amico smart worker ci dica come la pensa. Alla prossima.
R. Serafin
RUBRICA A CURA DI:
MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.
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