Inizia un nuovo viaggio con Marco Triches: un viaggio fatto di incontri lungo la rete sentieristica che è stato incaricato di costruire nel Piccolo Appennino . Attraverso le voci di chi lo abita, e grazie a Marco che le ha raccolte, ci addentreremo in un nuovo e antico territorio ancora poco noto alla maggior parte delle escursioniste e degli escursionisti.

Ascolta la puntata introduttiva del nuovo podcast

Il Piccolo Appennino

Le cornacchie volano in cerchio e si richiamano lungo le due sponde della valle, prima di dirigersi verso i dormitori. Querce nere a scacchi bianchi, gialli e azzurri disegnano i confini dei poderi. C’è un solo posto che pare mantenere un certo disordine: il fondovalle.

Nelle Alpi le borgate, i villaggi, i casolari segnano come punti allineati, o a lunghe strisce biancheggianti, il corso delle grandi come delle piccole vallate. Nell’Appennino tutto l’opposto: le valli sono deserte, in balìa dei torrenti che le rodono; i fianchi dei monti son tutti in isfacimento (…) Le smotte del terreno si temono dai contadini dell’Appennino come da quelli delle nostre Prealpi le grandini. Case con pezzi di terreno coperti di alberi, sdrucciolano talora dai fianchi dei colli fino al fondo delle valli senza scomporsi.” (Antonio Stoppani, Il Bel Paese, 1876)

LAppennino inizia dal mare Ep 0: Piccolo Appennino, sentieri da percorrere e riscoprire significano incontri e storie

Sono alcuni anni che abito nei pressi, o dentro, l’Appennino e forse soltanto ora credo di aver accumulato qualche materiale per poter raccontare a cosa per me assomiglia.  

L’Appennino inizia dal mare, forse questo fatto è particolarmente evidente nelle Marche, ma credo sia simile anche lungo il Tirreno o più a Sud nell’Adriatico. Troppo stretta sarebbe la catena appenninica considerando solo le cime propriamente dette. Il movimento della terra nasce dalle onde.

L’altro fatto è che l’Appennino è contadino, parafrasando un celebre poema di Paolo Volponi (Urbino). Una terra cotta con le castagne, il grano e la mentuccia, che si lessa nella fanghiglia oppure scrocchia con il secco. Non c’è nessun ghiacciaio che elettrizzi in certe notti di freddo pungente, ma il caldo d’agosto è altrettanto sconvolgente: un pino all’orizzonte, rado sottobosco, elicriso, ginestra e cisto. Ogni estate sembra impossibile averla scampata!

Il caldo dagosto e altrettanto sconvolgente Ep 0: Piccolo Appennino, sentieri da percorrere e riscoprire significano incontri e storie

La scelta di cambiare vita e vivere di agricoltura sembra piuttosto adatta nell’Appennino, forse perché i posti più belli delle Alpi sono lontani dai trattori (e molto più vicini alle cabinovie); ma i coltivatori spaccano le stradine, cancellano gli argini e i boschi e i torrenti. C’è anche un dilagare di credenze irrazionali, tipiche del mondo rurale, chiaramente riadattato ai tempi della cybersicurezza, di Putin e dei complotti: scie chimiche, teorie energetiche, nuovi monaci politeisti, santoni, streghe e massaggiatori. Ma tutto questo mondo ha il suo senso, piccoli sassolini, piccole quotidianità preziose, esperienze rurali da portare alla luce, pure se il contesto, gli orizzonti e le storie nel loro complesso magari non stanno in piedi.

Il mio vicino, appena prima di coltivare un campo dissodato in un pioppeto vicino a un fosso, si è messo a benedirne i confini. Non so che raccolto ne abbia ottenuto, ma di certo ha avuto modo di visitare anche gli angoli più selvatici del suo podere (pure se prima era un ben più prezioso bosco).

Una landa collinare alle porte dellAppennino 1 Ep 0: Piccolo Appennino, sentieri da percorrere e riscoprire significano incontri e storie

Una nuova rete sentieristica del Piccolo Appennino

Con tutte queste premesse cominciamo un viaggio. 

Quello che segue è un racconto dedicato agli abitanti del mio territorio: una landa collinare alle porte dell’Appennino (o già al suo interno, per come dicevamo), nella provincia di Pesaro Urbino. Per una serie di circostanze che non vale la pena raccontare, mi sono trovato al timone di una certa avventura: la costruzione di una rete sentieristica ufficiale (con tanto di marchio CAI) che colleghi il mare con il primo entroterra. Di tutto quel patrimonio di “stradini” o “stradelli” informali (per come li chiamano qui), su cui viaggiavano appunto le contadine e i contadini – ma anche mercanti, pellegrini, mendicanti, monaci (verso Urbino, Fossombrone, a Gubbio o Perugia, la Romagna, Roma) conservati con fortune alterne nel tempo: arati dai trattori, sommersi dalla macchia, trasformati in strade asfaltate – cerchiamo di dare un senso, per così dire, escursionistico. 

Ma siccome l’escursionismo è un’arte fin troppo precaria (soprattutto per le sue trascurate ricadute ambientali, culturali, sociali), ci mettiamo al comando di questo viaggio con un fine più… antropologico! 

Le persone che contribuiscono con le loro voci alle nostre puntate del “Piccolo Appennino” hanno aperto le loro case, perlopiù la sera, ed hanno deciso di condividere con noi le loro storie. Per questo motivo le ringraziamo ad una ad una e, soprattutto, ci rallegriamo perché le possiamo incontrare ogni giorno, in carne ed ossa, alla fine, all’inizio o in mezzo, a un sentiero. 


Nelle prossime puntate scopriremo luoghi e incontreremo persone con Marco Triches lungo i sentieri del Piccolo Appennino.

Se vorrete conoscere di persona questo territorio fate riferimento a Balza del Sole.


Sono partner del progetto per la costruzione di una rete sentieristica del Piccolo Appennino:

19 Giugno 2023
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Balza del Sole

Balza del Sole è un progetto di cultura e tutela ambientale di Marco Triches, guida ambientale escursionistica, Guida Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, e Giulia Maschera, erborista.

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