L’attraversamento della catena del Monte Rosa dei Walser dimostra che nel medioevo c’è stato un periodo più mite e deglacializzato dell’attuale? Significa che l’attuale riscaldamento globale e perdita di ghiacciai sono semplicemente frutto delle normali oscillazioni climatiche? Neanche lontanamente. Ecco perché.

Ne avevamo parlato in questa puntata del podcast con Daniele Cat Berro. Ascolta.

(puntata registrata il 6 luglio)

I Walser attraversano le Alpi nel medioevo: è prova di un clima più mite dell’attuale?

I Walser sono una popolazione di origine germanica che durante il medioevo dal Vallese risalì e attraversò le Alpi colonizzando le terre alte delle valli intorno al Monte Rosa (ma non solo). Questo movimento migratorio, avvenuto tra il XII e il XIV secolo, è spesso preso a dimostrazione di un periodo eccezionalmente mite del clima sulle Alpi, che si vorrebbe ancor più mite dell’attuale.

In realtà lo spostamento e l’insediamento dei Walser sui versanti sud delle Alpi non può in alcun modo dimostrare che l’attuale situazione di riscaldamento climatico non sia eccezionale, ma attribuibile ad una normale ciclicità e quindi (questo in fin dei conti e ciò che alcuni vorrebbero sostenere) il riscaldamento globale che stiamo vivendo non sarebbe antropogenico. Ripetiamolo ancora una volta: il riscaldamento attuale non è dovuto a naturali cicli climatici e c’è una corposa letteratura scientifica a dimostrarlo.

La spinta iniziale alla migrazione Walser è stata demografica: la pressione si era fatta tale a casa dell’aumento della popolazione che ha spinto molti ad abbandonare le terre d’origine e varcare le Alpi in cerca di terre libere.

Come detto, il fatto che abbiano deciso di attraversare le Alpi non significa, e non può esserne una prova, che i ghiacciai non ci fossero o comunque fossero più ridotti che al giorno d’oggi.

Uomini e animali possono attraversare valichi anche in presenza di neve e ghiaccio: perché ciò avvenga non è necessario trovarsi in una situazione di totale o quasi totale deglacializzazione.

Un piccolo esempio. Tutt’ora la transumanza delle pecore tra l’italiana Val Senales e l’austriaca Ötztal avviene su neve e ghiaccio all’inizio di giugno. Seppur la spinta a varcare le alpi è differente rispetto a quella dei Walser, vediamo che persone e animali possono tranquillamente farlo anche in presenza di neve e ghiaccio. Quindi, ripetiamo, il fatto che i Walser abbiano varcato le Alpi non è una prova che nel medioevo, intorno all’anno mille ci fossero meno ghiacciai di ora.

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Insediamenti Walser e valichi transalpini. Immagine tratta da Luigi Zanzi, Enrico Rizzi “I Walser nella storia delle Alpi”, Editoriale Jaca Book, 1988.
In apertura il Monte Rosa dalla Valle d’Ayas, valle interessata dalla migrazione Walser come è facile intuire dai numerosi edifici e villaggi Walser che vi so trovano. (foto L.Serenthà-Fatti di Montagna)

Sono le evidenze scientifiche a darci un quadro della situazione climatica durante la migrazione Walser

Piuttosto che a questo tipo di suggestioni occorre rivolgerci alle evidenze paleoclimatiche, paleoambientali e alla geofisica che ci dicono in maniera sostanzialmente univoca che il periodo medievale intorno all’anno mille fu effettivamente relativamente mite sia rispetto al periodo precedente (diciamo dall’età tardo romana) sia rispetto ai secoli successivi della Piccola Età Glagiale tra circa il 1250 e il 1850. Non fu però neanche lontanamente mite come o più dell’attuale. Sicuramente i ghiacciai erano più arretrati rispetto ai successivi secoli della Piccola Età Glaciale in cui si espansero, però si era ben lontani dall’avere le Alpi deglacializzate.

Tra l’altro un’altra prova schiacciante è il rinvenimento nel 1991 al termine di un’estate molto cada (ne abbiamo già parlato) della mummia Ötzi, l’uomo del Similaun, sulle montagne tra la Val Senales e la Ötztal. Il ritrovamento ci dice che le Alpi non erano mai state deglacializate come negli ultimi 5300 anni, che è la datazione stabilita per Otzi. Ultimamente, recenti studi hanno fatto delle Ipotesi che questo reperto possa essere temporaneamente affiorato per brevi periodi in epoche più recenti, ma si può tranquillamente andare indietro oltre i 2-3 millenni.

Anche l’ultimo report dell’IPCC definisce a livello Alpino e globale l’attuale deglaciazione come la più intensa e la più marcata almeno da 2000 anni. Le temperature sono probabilmente le più elevate dall’ultimo interglaciale, l’Eemiano, circa 125 mila anni fa, e i ghiacciai, tempo di rispondere appieno alle nuove condizioni, seguiranno a ruota.

Tutto ciò non può che far piazza pulita di ogni illazione che prende la migrazione Walser a prova di un fantomatico periodo più mite dell’attuale cercando di ridimensionare la gravità dell’attuale fase di riscaldamento globale e deglaciazione.

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Transumanza in Val Senales (foto via merano-suedtirol.it)

Certe dicerie possono far presa se non consideriamo la situazione storica

Sicuramente aiuta a far presa a certe dicerie sui Walser il fatto che si era in un mondo completamente diverso rispetto all’attuale mondo occidentale: a noi che fatichiamo a spostarci a piedi per qualche chilometro, sembra veramente assurdo che si passino le alpi a piedi per andare a vivere in alta quota. Ci sembra che chissà quali condizioni di eccezionale attrattività climatica dovevano esserci. Era invece normale valicare le montagne a piedi.

Teniamo inoltre presente le motivazioni che spingevano a cercare nuovi territori anche in alta montagna: si trattava di sopravvivenza, di possibilità di vivere o meno.

(Aggiungiamo anche che i signori locali e alcuni monasteri delle zone piemontesi e valdostane cercarono di sfruttare la migrazione Walser offrendo loro incentivi, come maggiori libertà personali fiscali, per insediarsi e colonizzare le terre alte)

Facendo un paragone con l’oggi, ci sono migliaia di persone disperate che attraversano il Mediterraneo (ma abbiamo visto anche uomini e donne camminare scalzi cercando di passare le Alpi!) pur di sopravvivere, anche in condizioni davvero spaventose e con esiti purtroppo spesso drammatici. Possiamo dire che lo fanno perché c’è poca acqua nel mediterraneo?

7 Agosto 2023
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