lI governo ha da poco elaborato un nuovo Disegno di Legge sulla montagna e UNCEM (Unione Nazionale Comuni Comunità Enti Montani) ha trasmesso al Ministero per gli Affari regionali e le Autonomie un articolato documento a commento del testo del DdL. Ne abbiamo parlato con Marco Bussone presidente UNCEM.

Ascolta l’intervista a Marco Bussone presidente UNCEM

Serve una nuova legge sulla montagna?

Questa è la domanda preliminare posta a Bussone prima di addentrarci nel merito di questo DdL e soprattutto di farci spiegare le proposte UNCEM.

L’ultima legge sulla montagna risale esattamente a 30 anni fa (la famosa 97 del ’94) e nel frattempo molte cose sono successe. Sicuramente c’è stata una crescente attenzione culturale, sociale, mediatica e anche politica nei confronti dei territori montani: ora serve capire cosa lo stato può scrivere in una legge affinché questa agevoli i territori montani, contrasti lo spopolamento e favorisca un’interazione fra sistema pubblico, imprese e terzo settore. Partendo da questi punti fermi possiamo dire che una nuova legge per la montagna serve, ma deve essere scritta bene e bisogna far si che porti dei benefici e delle opportunità.

Marco Bussone
Marco Bussone, presidente UNCEM

Il nuovo Disegno di Legge sulla Montagna

Con Bussone (nell’intervista che vi invito ad ascoltare) abbiamo toccato alcuni dei punti del nuovo Disegno di Legge sulla montagna.

QUI PUOI SCARICARE IL DOCUMENTI CON DDL E PROPOSTE UNCEM

Il primo tema affrontato è quello ineludibile per una legge sulla montagna: la classificazione dei comuni montani. Serve farne una nuova e in che modo ha senso farla? L’attuale classificazione, ricordiamolo, è quella fatta dall’ISTAT nel 1952 su parametri fisici, ma anche sciali ed economici. Non è questo un tema solo tecnico o accessorio, perché una classificazione mal fatta, ad esempio considerando solo dati geografici (altitudine, pendenza…) rischia di creare sperequazione nella sperequazione.

Si è parlato poi di fiscalità differenziata, di Fondo per la Montagna, dell’impegno che dovrebbero metterci le regioni, di diritto di accesso alle cure sanitarie, di servizi scolastici, di banda ultra larga, di riconoscimento dei servizi ecosistemi ambientali, di rivitalizzazione del patrimonio edilizio, superamento della parcellizzazione fondiaria. Un tema emerso con tutta la sua potenziale importanza strategica è quello delle Green Communities.

DSCN2195 Nuovo DdL sulla montagna: intervista a Marco Bussone presidente UNCEM
Valle Gesso. In apertura: sbocco delle Valli Po e Pellice (foto L. Serenthà/Fatti di Montagna)

L’importanza delle Green Communities e la questione PAC (inevitabilmente connessa ai temi della montagna)

Le Green Communities sono nate nel 2008 e sono uno strumento in cui più comuni possono lavorare insieme. per affrontare la transizione ecologica di un area e anche la crisi demografica. Crisi ecologica e demografica vanno affrontate senza lasciare nessuno indietro coinvolgendo anche le fasce di popolazione che rischiano, nei cambiamenti, di essere escluse. Nelle manifestazioni di questi giorni, relative alla nuova PAC, possiamo vedere il risultato di quando ciò non avviene.

Quella della comunità che insieme stabilisce un percorso, con la strategia delle Green Communities finanziata anche dal PNRR, è un’opportunità da cogliere per affrontare i grandi cambiamenti. Devono però crederci in primis le istituzioni. .

Dobbiamo evitare illusioni di soluzioni facili, ideologie e che, come sta succedendo sulla PAC (Politica Agricola Comunitaria), ci sia poco approfondimento. Bisogna evitare quel racconto facile all’opinione pubblica al fine di strumentalizzare un problema. Cambiare la PAC è possibile se abbiamo un percorso chiaro. Agevolare e mettere più risorse su imprese piccole che stanno nei territori, che li proteggono, li valorizzano e aumentano i servizi ecosistemi che la montagna eroga. Sono opportunità su cui lavorare con l’Europa evitando soluzioni “a buon mercato” e facilonerie: la complessità della realtà che viviamo ha bisogno di soluzioni altrettanto complesse.

Qui un documento UNCEM sulla Politica Agricola Comunitaria (PAC)

Lavorare insieme rimane fondamentale per i comuni montani

Il processo democratico è avviato, non sappiamo quanto durerà, ma ci auguriamo che durante tutto il percorso vengano accolti tutti i migliori è più competenti contributi affinché ne esca una legge che sia davvero utile alla montagna.

Al di là delle norme che possono essere contenute nelle leggi, si è sottolineato in chiusura, è importantissimo che i comuni collaborino tra di loro. Una pratica che è stata messa in crisi dallo smantellamento delle Comunità Montane, ma che rimane fondamentale. Sono assolutamente necessarie delle forme di superamento dei campanili e percorsi di sinergia: questo è un lavoro istituzionale su cui mettere impegno per cambiare culturalmente il paese e tradurre il cambiamento in politiche: nuove istituzioni per le comunità, un grande tema che sicuramente approfondiremo in un’altra occasione.

14 Febbraio 2024
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RUBRICA A CURA DI:
Luca Serenthà

Sono colui che tiene le fila di quest’intreccio di idee, contenuti e competenze che è Fatti di Montagna. In un certo senso, essendone l’ideatore potrei anche definirmi come primo (cronologicamente parlando) partner. Ci tengo che si capisca che Fatti di Montagna non è il mio blog, ma uno strumento che serve per raccontare la montagna.

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