La bellezza dei ricordi che affiorano sfogliando vecchie foto di famiglia. A mostrarle a Marco Triches, quando la incontra a casa sua lungo il cammino per la costruzione della Rete sentieristica del Piccolo Appennino, è Nives che fa l’autista e la cameriera in un ristorante della zona. La madre Vanda, che è con lei, aveva un allevamento di tacchini e ora, anziana, tiene solo qualche coniglio. Nives racconta e, con qualche puntuale intervento di mamma Vanda, spiega com’era una volta, ma anche com’è ora.
Ascolta la puntata con il racconto di Nives e Vanda
Settembre 2023
I Cipressi vivono a lungo. Alcune delle piante più longeve al mondo. Il Cipresso comune (Cupressus sempervirens) è piantato da molto tempo nella regione mediterranea. “La sua bellezza, i suoi usi, il suo posto nei riti funerari ne hanno fatto uno degli alberi più comuni introdotti in tutti i paesi mediterranei. È l’albero dei cimiteri.” (Pierre Lieutaghi, Il libro degli alberi e degli arbusti). Il Cipresso dell’Arizzona (Cupressa arizzonica), “albero di aspetto grigiastro o bluastro, con chioma strettamente piramidale e rami non pendenti” forma dei boschetti: “in tutte le zone ventilate è l’albero frangivento, cortina protettrice senza la quale ogni coltivazione orticola sarebbe impossibile. Queste muraglie di alberi scuri che circondano piccoli campi ben curati, fanno un paesaggio agreste di apparenza rigido, un po’ monotono, ma racchiuso di mistero.”
Non li ho mai più di tanto considerati i cipressi, credo che accada così anche a molti dei miei vicini. Per anni, i loro boschi o filari, che disegnano geometrie “troppo” rigide nel paesaggio, mi spingevano a rammaricarmi: in un territorio dove i boschi sono ridotti (sia in estensione che in età) avevamo i cipressi, chiaro esempio di un intervento voluto dall’uomo. Non è natura vera! Querce, ornielli, aceri, carpini, olmi: loro sono in veri indigeni!
Ma per fortuna, all’individuo solo, i conti non tornano mai. Queste campagne, dolci, “patetiche” come scrisse Giudo Piovene nel suo Viaggio in Italia, che sembrano fatte così come uno se le immagina, sono misteriose. Ad ogni curva sembra possibile che accada qualcosa, le atmosfere sono insieme solari e buie.
E i cipressi, silenziosi, lupi contro il vento, in questo mistero trovano la loro collocazione.
A distanza di tempo, Nives Tangocci, intervistata in questa puntata insieme alla madre Vanda Alesi, ha descritto tra le altre cose, l’origine di quei boschi.
Le voci di questa puntata di Piccolo Appennino
Durante il lavoro di costruzione della rete sentieristica del Piccolo Appennino, questa volta marco Triches ha incontrato e ci porta la voce di:
Nives Tangocci e Vanda Alesi
Montalbullo (Montefelcino – PU)
Per la cartografia si ringrazia Monti editore che è partner del progetto rete sentieristica del Piccolo Appennino
È partner del progetto per la costruzione della rete sentieristica del Piccolo Appennino la sezione CAI di Pesaro “Lino Liuti”.
RUBRICA A CURA DI:
Balza del Sole è un progetto di cultura e tutela ambientale di Marco Triches, guida ambientale escursionistica, Guida Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, e Giulia Maschera, erborista.
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