Il primo libro di Marianna Corona scala le classifiche, ma il percorso che l’ha portata a imparare a “Fiorire tra le rocce” non è stato privo di momenti difficili, nei quali però non si è arresa è ha continuato “come acqua sui sassi”.

Qui puoi ascoltare la puntata del podcast con anche questa notizia

Marianna Corona scala le classifiche

Al quinto posto nella classifica dei best seller (narrativa italiana) nel supplemento “Robinson” del quotidiano La Repubblica di sabato 17 aprile figura il libro “Fiorire tra le rocce. La via dell’equilibrio quando la vita si fa ripida” (Giunti, 408 pagine, 18 euro). Un successo forse scontato. Il romanzo è stato infatti concepito in una factory dove il talento è di casa. Ne è autrice Marianna Corona, figlia di quel Mauro che per anni ha sfornato best seller di narrativa e questa volta approda alla prestigiosa classifica in veste di autore delle illustrazioni. Ma Marianna non è  un’autrice qualsiasi, è sangue del suo sangue, quindi il libro è anche un po’ suo e Marianna su questo non dovrebbe nutrire dubbi.

Il volume è in libreria e online (anche ebook). Il romanzo si richiama a un argomento di cui Marianna può dirsi esperta, le tecniche yoga che pratica dal 2010. Marianna, una dei quattro figli di Mauro Corona (gli altri sono Matteo, abile disegnatore sulla scia del padre, Melissa e Tina), è una ragazza studiosa. Ha conseguito la laurea specialistica in “Linguaggi e tecnologie dei nuovi media”, approfondendo poi l’esperienza lavorativa nella creazione di contenuti web. 

Marianna Corona “Fiorire tra le rocce. La via dell’equilibrio quando la vita si fa ripida” (Giunti, 408 pagine, 18 euro)
Marianna Corona “Fiorire tra le rocce. La via dell’equilibrio quando la vita si fa ripida” (Giunti, 408 pagine, 18 euro)

Marianna Corona, osservare la natura e imparare ad essere creativa

A quanto si legge nel curriculum di Marianna, la sua passione per la vita all’aria aperta a contatto con la natura, le camminate, lo sport, l’arrampicata e la curiosità di imparare l’hanno portata a studiare alcune discipline orientali legate alla consapevolezza del corpo e alla coordinazione di respiro e movimento. 

“Queste discipline”, spiega Marianna sui social riferendosi in particolare allo yoga, “mi hanno portato a prendere coscienza del mio corpo, ascoltarlo e capirlo. Mi è sempre piaciuto muovermi e ho praticato molto sport, ma prima di conoscere lo yoga vedevo il movimento come performance sportiva. Solo dopo ho scoperto che muoversi è molto di più: è mettere in circolo energia preziosa che bisogna dosare e non disperdere. Ho imparato così a essere creativa e a esprimermi, a gestire il mio caratteraccio un po’ burbero da montanara. E ho imparato a raccontarmi. Amo camminare tra le mie montagne, osservare la natura e stupirmi sempre di quanto sia indomabile e imprevedibile, proprio come la creatività”. 

Che Marianna abbia preso da suo padre a questo punto è più che certo. Ora che le vendite del libro vanno a gonfie vele ricorda “i mesi di dubbi, le giornate passate senza fiato se non quello dei ricordi, le nottate a rileggere. A ripartire da dove avevo lasciato. Perché i ripensamenti sono stati tanti. I momenti dove ho ricominciato da capo anche. Quelli dove volevo gettare la spugna, i più dolorosi. Ho continuato come un’acqua sui sassi. E ora non mi pare vero. In un mondo dove tutto sembra distruggersi non ci resta altro che creare!”

Mari’s Bad Rock Day: fiorire tra le rocce quando sembra tutto perduto

Un retroscena nella vita di Marianna va obbligatoriamente riferito. A Erto, il paese delle Dolomiti friulane segnato dalla tragedia del Vajont dove i Corona vivono e operano (Mauro come tutti sanno è anche scultore di incantevoli opere lignee) c’è una via di roccia che si chiama “Mari’s Bad Rock Day”. È dedicata a Marianna, in ricordo del giorno in cui proprio su quella parete lei si bloccò senza riuscire più a salire né a scendere. La malattia manifestatasi in modo tanto repentino nel 2017 l’ha costretta a lottare a lungo per venirne fuori. Come osserva Mauro, che di queste pagine si definisce lettore e protagonista, “quando il mondo ci crolla addosso e tutto sembra perduto, esce la speranza nascosta in ciò che vedevamo ma non conoscevamo. Per fiorire tra le rocce serve quel tipo di humus”. (Serafin)

23 Aprile 2021
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

Scheda partner