Una chiacchierata su temi per nulla banali con Michele Nardelli che è autore con Maurizio Dematteis di “Inverno liquido”, libro d’inchiesta sulla fine della stagione dello sci di massa.
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Abbiamo parlato con: Michele Nardelli
Michele Nardelli è formatore e saggista. Autore con Mauro Cereghini di Darsi il tempo (2008) e di Sicurezza (2018). Con Diego Cason ha pubblicato Il monito della ninfea. Vaia, la montagna, il limite (2020). È stato presidente del Forum trentino per la Pace e i Diritti Umani, co-fondatore di Osservatorio Balcani Caucaso e consigliere regionale del Trentino Alto Adige/Südtirol.
Inverno Liquido, un libro collettivo
C’è consapevolezza del cambiamento in atto che caratterizza gli inverni delle nostre montagne? Cambiamento climatico certo, ma che per forza di cose investe anche la sfera economica.
Siamo partiti da qui a ragionare con Michele Nardelli.
Dopo un lavoro d’inchiesta durato due anni raccogliendo testimonianze lungo le Alpi e gli Appennini, Michele Nardelli e Maurizio Dematteis stanno ora girando l’Italia per raccontare il lavoro che ne è scaturito: Inverno Liquido, (Derive Approdi editore). Il sottotitolo è esplicativo: la crisi climatica, le terre alte e la fine della stagione dello sci di massa.
Inverno Liquido vuole essere un libro collettivo: nella sua realizzazione perché ha dato voce a molte persone, ma anche perché lo si vorrebbe capace di avviare un percorso di lavoro collettivo. La realizzazione cioè di un collettivo di pensiero e di scrittura in grado di affrontare tutte le varie declinazioni di questo tema.
Un difficile, ma urgente cambio di paradigma
Con Michele ne è uscita una chiacchierata su temi per nulla banali, che sono poi quelli affrontati da “Inverno liquido”.
Si è ragionato sull’importante urgenza e allo stesso tempo sulla comprensibile difficoltà di un cambiamento di paradigma. Un cambio di pensiero e di azione (anche nel quotidiano) che certamente riguarda chiunque non solo chi vive e opera in montagna.
Forse però, si è detto, la montagna potrebbe farsi promotrice di una nuova visione culturale che non consideri più i concetto d limite come un disvalore, ma che prenda atto di come viviamo necessariamente all’interno di limiti. Una visione culturale che è, come ci ha spiegato Michele, molto più antica di quella che ha posto il concetto di no-limits al centro di tutto. Anche della crescita economica.
Una delle deleterie conseguenze della monocultura dello sci è sicuramente la cementificazione e la speculazione edilizia. Michele nel podcast ci ha spiegato il meccanismo che ha portato quello che inizialmente è stato un fattore di ricchezza per i territori a diventarne condanna impoverendoli non solo economicamente, ma anche facendo perdere identità alle comunità locali. Fattore determinante per una comunità è l’amore per il proprio territorio: un amore consapevole del fatto che il territorio non può essere usato per estrarre tutto il possibile fino alla sua totale consumazione. Non c’è un altro territorio per una comunità, come non c’è un altro pianeta per l’umanità.
Ottimismo o pessimismo per il futuro?
Infine un’ultima domanda a Michele: per il futuro più pessimismo o più ottimismo? Michele ci ha dato la sua risposta nella chiacchierata che potete ascoltare, ma ognuno può formare la propria leggendo “Inverno liquido” e contribuendo con pensiero e azioni a quel moto collettivo di cui il libro vuole farsi stimolo. Perché, come anche Michele ha ripetuto più volte, non ci si salva da soli.
Dislivelli.eu n. 116
Questi temi sono trattati con diversi interessanti contributi alla riflessione dal numero 116 di Dislivelli.eu. Ecco il link per scaricare e leggere la rivista.
Se lo si desidera è possibile ricevere via e-mail i prossimi numeri di Dislivelli.eu, bimestrale dell’Associazione Dislivelli
RUBRICA A CURA DI:
L’Associazione Dislivelli è nata nel 2009 a Torino, dall’incontro di ricercatori universitari e giornalisti specializzati nel campo delle Alpi e della montagna, allo scopo di favorire l’incontro e la collaborazione di competenze multidisciplinari diverse nell’attività di studio, documentazione e ricerca, ma anche di formazione e informazione sulle terre alte.
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