In occasione della Giornata Internazionale della Montagna il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha tenuto un discorso intitolato “Riabitare le montagna”. Lo riportiamo qui con anche un commento di Luigi Casanova
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Lo spopolamento secondo il Presidente Mattarella
Avete sentito che cosa ha detto Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica in occasione dell’11/12 Giornata internazionale della montagna?
“La montagna oggi può essere un modello di economia sostenibile al quale guardare e i cui equilibri vanno gestiti con saggezza”
questo ha detto Mattarella affrontando il tema spinoso dello spopolamento. Argomento spinoso lo spopolamento. In Italia negli ultimi decenni – si è letto di recente – l’unico progetto di ripopolamento che ha funzionato è stato quello dei cinghiali.
Situazione gravissima, generalizzata, da far tremare le vene e i polsi. “Fare riabitare”, ha detto Mattarella, “significa riabilitare e, talvolta, realizzare le indispensabili infrastrutture, ambientali e sociali. Innovazione, sostenibilità, sono percorsi essenziali”.
“La carenza di trasporti pubblici, di servizi sanitari e di servizi educativi, di posti di lavoro qualificati”, ha osservato il presidente “ determina un trasferimento di popolazione il quale, a sua volta provoca il venir meno degli standard minimi per la persistenza di servizi sul territorio e dunque produce una spoliazione ulteriore, sino all’esaurimento. Eppure la fruizione di alcuni di questi servizi è tutelata costituzionalmente; e l’art. 44 della Costituzione richiede attenzione alla montagna”.
Ha senz’altro ragione Mattarella, ci mancherebbe, in questo suo discorso intitolato “Riabitare le montagne”. “Il dibattito pubblico su questi temi sembra, talvolta, in difficoltà nel cogliere il cuore del problema”, ha amaramente concluso. Solo talvolta? Ma ne è proprio sicuro, caro Presidente?
Il commento di Luigi Casanova al discorso di Mattarella
A portare avanti il dibattito è da tempo l’amico Luigi Casanova. “Certo, la montagna va riabitata”, è stato il suo commento al discorso presidenziale. “Ma non per essere alla moda. Non certo perché i cambiamenti climatici in atto potrebbero richiamare sulle alte quote una certa élite produttiva in fuga dalle città bollenti. Non certo per farne potenziare il solito circo turistico imponendole, come sta avvenendo, la cultura e i comportamenti che teniamo nelle città, una montagna circo”.
Le riflessioni del Presidente della Repubblica (“Riabitare la montagna”) a proposito della Giornata Internazionale della Montagna sono state commentate rispettosamente, ma senza peli sulla lingua da Casanova, vicepresidente di Italia Nostra di Trento e presidente onorario di Mountain Wilderness Italia.
“La montagna però”, ha osservato l’amico Casanova, “merita ben altre attenzioni. Partiamo dal fatto che le Alpi sono le montagne più popolate al mondo. E che nel nostro paese la dorsale appenninica è stata totalmente abbandonata da tutte le componenti politiche. Una situazione che va ricucita. Ci si ricorda del valore delle alte quote in periodo elettorale, in presenza di eventi catastrofici oppure, come sta accadendo, in occasione di grandi eventi sportivi, ovviamente cittàcentrici come si legge nel percorso delle Olimpiadi invernali 2026 Milano – Cortina. Dove Cortina e la Valtellina saranno solo indispensabili scenari di gare, ma protagonista assoluta rimarrà la città che riuscirà a fagocitare ogni attenzione e incredibili finanziamenti”.
Nel commento che vi inviterei a leggere nella sua integrità, Casanova non manca di scagliarsi contro un turismo aggressivo e privo di ogni limite. Ho detto scagliarsi, si. Casanova è un passionale. Ma quante di giuste ne dice.
Roberto Serafin
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