Sapete cos’è l’Everesting? Roberto Serafin ci aggiorna su questa curiosa pratica che si sta diffondendo.
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Cos’è l’Everesting?
Un paio d’anni fa al Museo della Scienza a Milano con la collaborazione di Sony Interactive Entertainment Italia si è potuto salire sulla vetta più alta della terra grazie a una Playstation appositamente studiata. Adesso a calpestare idealmente la vetta dell’Everest sono in molti con relativa fatica. Non certo la fatica immane di quegli 8.848 da salire nell’aria sottile. E senza correre rischi. In che modo? Il segreto si chiama “Everesting”. Consiste nel salire e scendere con o senza sci da una montagna a scelta (o anche da una collinetta qualsiasi) fino a compiere quel fatidico dislivello di 8.848 metri. L’altezza dell’Everest, appunto.

In apertura: l’Everest
Everesting dalla bici agli sci sul Nevegàl

In realtà finora sono stati per primi i ciclisti a salire e scendere più volte una data collina, in modo da aver scalato cumulativamente 8.848 metri. Particolare curioso. Il primo evento descritto come “Everesting” fu del ciclista George Mallory, nipote del celebre George Mallory scomparso sull’Everest nel 1924. Roba da pedalatori incalliti. Ma adesso la notizia è che l’“Everesting” è possibile praticarlo anche con gli sci. Il primo “Everesting” sciistico sul Nevegàl, nel Bellunese, porta le firme di Aron Lazzaro e Davide Maccagnan. Il 1° febbraio entrambi sono saliti e scesi con gli attrezzi da alpinismo da questo casereccio “tetto del mondo” che svetta nel Bellunese in poco più di 19 ore. Gli impianti forzatamente fermi per il covid hanno facilitato l’impresa conferendole un che di avventuroso.
Dei due summiter, Aron Lazzaro, trentino, ha 39 anni. Dal 2019 allena come personal trainer appassionati del running per una palestra di Trichiana. E’ in palestra che ha conosciuto il compagno di “Everesting” Davide Maccagnan, 33 anni, provetto canoista. “Sono solo tre mesi”, racconta Davide, “che pratico lo sci alpinismo. È ad Aron che è venuta questa idea dell’Everesting. Credevo che scherzasse. E invece abbiamo trovato alcuni sponsor che hanno finanziato l’impresa. Salendo e scendendo più volte dalla Grava alle antenne dietro il rifugio Bristot abbiamo compiuto quasi 86 chilometri su piste non battute. E’ stata dura, ma è stata anche una bellissima esperienza. Di notte con la luna ci hanno fatto compagnia civette, gufi, perfino un gallo cedrone”.
Cose che capitano a questi (un po’ matti) cultori dell’”Everesting” (Serafin)
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