La ferrovia Cuneo-Nizza-Ventimiglia è una meraviglia che ha avuto finora una vita piuttosto travagliata. I comitati e un progetto FAI-Intesa San Paolo si impegnano per la riqualificazione perché sarebbe un vero peccato perderla.
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Ferrovia Cuneo-Nizza-Ventimiglia luogo del cuore travagliato
È quasi primavera, perché non approfittare per fare un bel viaggetto sui convogli della panoramica ferrovia Cuneo-Ventimiglia-Nizza appena premiata dal Fondo Ambiente Italiano come “luogo del cuore”? Sono stati ben 2.353.932 gli italiani che hanno votato per questo censimento. E 75.586 i voti conquistati da questa ferrovia detta delle meraviglie la cui vita è stata finora piuttosto travagliata.
Nel 2013 la linea venne definita un “ramo secco” e si meditò di tagliarla. Ci fu una mobilitazione. Il Comitato Amici della Cuneo-Nizza-Ventimiglia raccolse 30 mila firme e il servizio proseguì passando però da nove a due corse al giorno. Nel 2020 lo smottamento del Colle di Tenda per la tempesta Alex del 2 ottobre e l’isolamento della Val Roya, cuore della ferrovia, impedirono ai convogli di percorrere tutta la linea fino a Nizza.
Per riattivare integralmente la linea, Fai e Intesa San Paolo si sono impegnate a contribuire a un progetto di riqualificazione. Vedremo. Ne vale sicuramente la pena. I treni da Cuneo, a quanto si apprende dal quotidiano La Stampa, si fermano per ora al capolinea di Saint-Dalmas-de-Tende, ultima fermata agibile. Il biglietto andata-ritorno costa 15,20 euro. Impossibile andare oltre sui binari italiani fino a Ventimiglia.
Cuneo-Nizza-Ventimiglia tra le 10 linee ferroviarie più belle del mondo
Inserita nel 2016 dalla rivista tedesca Hörzu tra le dieci linee ferroviarie più belle del mondo, la linea in meno di 50 km in linea d’aria – 96 di estensione lineare – supera un dislivello di mille metri. Con questa ferrovia, il conte di Cavour a metà Ottocento intese collegare il Piemonte a Nizza, allora sabauda. Il via ai lavori venne dato nel 1882, l’inaugurazione risale al 1928.
La linea comprende 33 gallerie, alcune delle quali elicoidali per superare la pendenza, e 27 ponti e viadotti, gran parte dei quali distrutti nel 1943 dalle truppe tedesche in ritirata. La ricostruzione avvenne negli anni Settanta con un accordo italo-francese, ma la mancanza di una politica di rilancio portò a un inevitabile declino, con una minaccia di dismissione sventata come si è visto nel 2013.
I comitati cuneesi, liguri e francesi non smettono intanto di fare pressioni per una ripartenza…a tutto vapore. E’ significativo che la raccolta di firme per il censimento del Fai non sia stata fermata neanche dalla pandemia: si è votato via social, ma anche con le schede offerte dal tabaccaio, dal panettiere. Lunga vita allora alla ferrovia delle meraviglie! (Serafin)
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