
In apertura: successione di malghe: da destra Cogolo, Prato, Varicla
(Foto di F. Michieli)
La Via dei Silter è stata ideata tra il 2013 e il 2014 e descritta in numerosi reportage su diverse testate nazionali e regionali, oltre che nella specifica guida. (Qui la guida pubblicata da Ersaf curata da Michieli e Sapienza) Eppure in un certo senso è ancora un anello neonato, rimasto a una condizione di grande spontaneità e naturalità, come non avesse ancora acquisito i tipici caratteri dei cammini affermati.
Va anche detto che solo poche tappe della Via si concludono presso rifugi gestiti, e le altre presso grossi bivacchi in muratura senza custode. Ecco perché il percorso, pur essendo nato nell’ottica di essere facilmente percorribile da tutti, è ancora una realtà in divenire e in perfezionamento, e richiede tutt’ora un certo spirito d’avventura; il che è da considerarsi un valore aggiunto.

Come si è già osservato in passato, la bellezza del compiere anelli anziché traversate è che questi permettono di girovagare a lungo all’interno di un comprensorio osservandolo da diversi punti di vista e per un tempo dilazionato, anziché passando via rapidi per puntare oltre l’orizzonte. Da diversi anni anch’io, che in passato ho prediletto le lunghe traversate, sono sempre più affascinato da percorsi selvaggi e in isolamento che non si pongono più l’obiettivo di una meta lontana, ma piuttosto sono fatti di tempo: per esempio il tempo di 15 o 20 giorni da trascorrere in autonomia vagabondando per una regione disabitata, con l’unico obiettivo di tornare nella località di partenza al termine dei giorni disponibili. In luoghi come l’Islanda ho vissuto magnifiche avventure di questo tipo. Non importa dove si va, ma ciò che si incontra.
L’Area Vasta Valgrigna e la zigzagante Via dei Silter, che ne fa il periplo, rappresentano, in uno spazio relativamente più piccolo, un’analoga straordinaria occasione per passare una settimana vagabonda nello spazio-tempo alpino.
Ricordo che nell’intento di proporre un cammino che in questo senso si possa definire “geopoetico”, Davide Sapienza e io abbiamo volutamente evitato di rilevarlo con il gps e di proporlo come una linea preconfezionata da seguire. La Via dei Silter non è una linea chiusa, ma un mondo aperto. (F. Michieli)
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Gli autori

Franco Michieli è geografo e inviato di Meridiani Montagne, scrittore, esploratore e garante internazionale di Mountain Wilderness. È tra gli italiani più esperti nel campo delle grandi traversate di catene montuose e terre selvagge: percorre a piedi terre impervie interpretandole esclusivamente con occhi e facoltà umani, in vero isolamento con la natura. Senza GPS, ricetrasmittenti, mappe, bussola e orologio. Ha pubblicato tra gli altri “Huascaran 1993. Verso l’alto. Verso l’altro” (Premio Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”), “La vocazione di perdersi” e, ancora fresco di stampa, “L’abbraccio selvatico delle Alpi” in cui racconta la traversata alpinistica delle Alpi compiuta a 18 anni “dall’adolescenza verso l’ignoto”.

Davide Sapienza, autorevole firma del Corriere della Sera per il quale da sei anni cura, per l’edizione bergamasca, la rubrica settimanale “Sentieri d’autore”, è scrittore, traduttore di autori come Jack London e Barry Lopez, autore di reportage. Tra gli autori italiani di punta legati alla natura e all’impegno ecologico, nel 2012 fonda “Diritti della Natura Italia” proponendo cammini letterari come strumenti di lettura profonda del territorio. Tra i premi conseguiti “Le ghiande” di CinemAmbiente “per avere intrapreso con tenacia, continuità e vocazione, un percorso di vita e scrittura legati a temi di carattere ambientale”. Dalla collaborazione letteraria e in cammino con Franco Michieli sono nati i volumi “Scrivere la natura” per Zanichelli e “La Via dei Silter” per Ersaf Lombardia.
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