Considerando il bel tempo con giornate calde e soleggiate, ma con il sole che tramonta presto, meglio restare vicini alla residenza, così il trasferimento per la località di partenza è breve. Ho unito all’escursione l’incantesimo del foliage (il fogliame che nella stagione autunnale assume varie tonalità digiallo, arancione, rosso, viola e marrone,mescolandosi con il verde). Mi sono lasciato rapire da questa miscellanea di colori, che nessun pittore è capace di riprodurre, e dall’atmosfera che si è creata. Ho camminato per i sentieri sentendomi come un attore che recita in questo scenario. Le foglie scendevano volteggiando sul mio volto, mi accarezzavano, si posavano sul terreno. Le ho calpestate, cercando di non procurare dolore, il sentiero era coperto da questo lenzuolo colorato. Mi commuovo spesso pensando alla natura vituperata, che ci regala ogni anno questo quadro. Spontaneamente applaudo, prometto di impegnarmi ancora e con più forza, per difenderla, sperando che anche altri rispettosi della natura mi diano una mano. E la natura accetta il mio applauso e mi ricompensa, staccando dai rami le foglie più belle, più colorate. Grazie, evviva!
Circa duecento anni fa i pastori residenti a Pennapiedimonte, abili scalpellini, iniziarono a individuare le grotte per abitarci. Grotte situate in posti dove anche oggi è difficile arrivare. […] Oggi, la pastorizia non esiste più. I sentieri pastorali per raggiungere le grotte, causa frane, la vegetazione invasiva, il dissesto idrogeologico, scompariranno per sempre, anche se qualche escursionista cerca di rendersi utile ripulendoli con una “sforbiciata” che non è sufficiente. È un patrimonio che verrà perso, dimenticato. Chi dovrebbe intervenire?
L’anello scelto questa volta inizia dalla località Balzolo di Pennapiedimonte (CH, 710m) nel Parco Nazionale della Maiella. Il sentiero è il G2 che percorre la carrareccia della valle del Torrente Avella (il nome avella ha origine dalle piante dell’Avellana, coltivate in questa valle, che producono il frutto delnocciolo). […]
Ma ecco, arrivo alla cappella del Balzolo dove lo scultore Antonio di Campli ha realizzato una scultura sulla parete della montagna che raffigura il pastore Domenico (Mimì) Di Bello, di Pennapiedimonte, morto in circostanze non ancora chiare. Ha sostenuto questo lavoro il fratello di Mimì, Benedetto, anche lui pastore e conoscitore profondo della valle. Nella scultura c’è un geko (un tipo di lucertola) che secondo me è stato scelto dallo scultore perché indica la capacità di adattarsi, oltre al suo potere connaturato di sopravvivenza agli ostacoli della vita.
Arrivo al belvedere dei “trè candìunë, i tre cantoni”(770 metridi quota). Sulla destra c’è un inizio di sentiero poco visibile che porta al “traforo” ottenuto perforando un muro di roccia. Per agevolare i pastori che raggiungevano le loro grotte su sentiero scomodo ed esposto, si è realizzato, appunto, questo passaggio. […]
Arrivo al Passo dell’Orso (984 m), un terrazzo molto panoramico. […] Sopra di me c’è una enorme grotta che somiglia a un animale preistorico, la rùttë dë la cavalìrë, il roccione della Cavaliera (1141 m) con la testa a forma di cavallo. Che bellezza! Arrivato a questa grotta, certamente la più grande, resto muto, mi volto indietro, mi affaccio, contemplo il panorama, cammino sui ceppi e il letame. All’ingresso della seconda grotta interna, resto affascinato, incredulo, nel vedere una scultura che rappresenta un maiale. La testa, il naso, la bocca, il mento, il collo, l’occhio, la schiena… emozionante! L’ha scolpito la mano invisibile di uno scultore? Lo so, è pura immaginazione, ma non si può restare insensibili a ciò che l’ecosistema ha creato. […]
Proseguo il cammino e fra alcuni passaggi esposti, arrivo a l’àrë dë li prìtë, ara dei Preti(1206 m), uno spiazzo che era di proprietà degli eremiti. Il rifugio Pischioli (1135 m) è vicino. Per tornare al Balzolo ho preferito fare il sentiero boscoso numero 3, che passa nella zona “lu ceràscë”, il ciliegio, dove c’è un rudere con delle incisioni da interpretare. Questa era una zona frequentata, coltivata e ci sono ancora i terrazzamenti. L’ho scelta anche per fotografare il foliage. Quindi, chiudo l’anello con il ritorno al Balzolo.
Concludo ringraziando Madre Terra per il regalo che mi/ci fa. Ma attenzione… ci sta avvisando con il cambiamento climatico di rispettarla!
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L’autore
Luciano Pellegrini, giornalista pubblicista, assiduo camminatore e attento frequentatore dei sentieri del “suo” Appennino ci conduce per la seconda volta tra le meraviglie della Maiella. Questa volta l’anello percorre sentieri che conducono alle grotte un tempo abitate dai pastori. L’escursionismo e la buona cucina sono i suoi hobby. Saltuariamente partecipa a concorsi letterari con brevi racconti. Ma soprattutto al centro delle sue attenzioni sono le escursioni a piedi fatte con spirito di scoperta lungo itinerari poco battuti, dei quali riferisce puntualmente sui social.
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