L’8 marzo è occasione per ricordarci che una vera e sostanziale parità di genere, non solo sarebbe finalmente auspicabile e doverosa, ma è un vantaggio per tutti, soprattutto in quei territori come la montagna in cui la resilienza di una comunità è fondamentale.
Serafin ci riporta poi agli esordi dell’attacchino: un’innovazione tecnica che ha rivoluzionato il mondo dello sci alpinismo.

8 marzo in stile alpino

Oltre 8 milioni di donne in Italia si occupano, quotidianamente, di qualcuno: figli, nonni, 
persone in difficoltà. Molte sono innamorate della montagna e iscritte al Club Alpino Italiano: come volontarie si prodigano nelle sezioni e sul territorio, spesso (non sempre) assumendo incarichi importanti nei consigli direttivi. Peraltro, nell’ambito dell’escursionismo la composizione per sesso dei partecipanti alle escursioni risulta quasi paritetica. 

Fatta questa indispensabile premessa, tocca a Morbegno, città alpina dell’anno, ospitare l’8 marzo, domenica, un incontro internazionale sul ruolo delle donne nella montagna. Un simposio per ribadire che una società in cui uomini e donne partecipano in egual misura alla vita familiare e professionale è una società più adattiva e resiliente, capace di reagire meglio ai cambiamenti. E proprio nelle Alpi, dove vi sono contemporaneamente presenti regioni caratterizzate da debolezza strutturale e regioni con maggiore disponibilità di risorse economiche, la società dipende tutta da questa resilienza, e le pari opportunità fanno sì che esse continuino a esercitare la loro attrattiva su persone di ogni sesso e di ogni età.

Oggi la maggior parte delle iniziative di microeconomia e di economia identitaria nelle terre alte sono portate avanti dalle donne: dove rimangono loro la montagna non muore ma intraprende la strada di uno sviluppo diverso, in sintonia con la terra. Dove le donne se ne vanno, la montagna muore. La necessità di rafforzare l’influenza delle donne di montagna circa le decisioni d’interesse pubblico venne sottolineata dalla Dichiarazione di Thimphu (Buthan) nel 2002, Anno internazionale delle montagne. Nel 2017 la Conferenza delle donne, convocata ad Alpbach il 18 e 19 aprile 2017 dalla Presidenza austriaca della Convenzione delle Alpi, mise a sua volta in luce l’importante ruolo che in ogni parte del mondo le donne rivestono per lo sviluppo delle regioni montane, approvando un documento (la Carta di Alpbach) presentato alle Nazione Unite e all’Unione Europea.

A Morbegno l’8 marzo sarà un’occasione, a quanto annuncia l’organizzatore Oscar del Barba, architetto valtellinese, per rilanciare la “Carta di Alpbach” di cui riferirà nella circostanza la Segretaria Generale della Convenzione delle Alpi, l’ex ministra slovena Alenka Smerkolj. Il Convegno è organizzato dall’Infopoint di Morbegno della Convenzione delle Alpi in collaborazione con “Morbegno Città Alpina dell’Anno” e con l’Associazione Argonaute. (Ser)

DOBBIAMO COMUNICARE CHE PURTROPPO L’INCONTRO DELL’8 MARZO È STATO ANNULLATO, COME SI LEGGE DAL SITO DELL’ASSOCIAZIONE ARGONAUTE, PER OSSERVARE LE ORDINANZE EMANATE PER CONTENERE L’EMERGENZA COVID-19.

Dynafit W17 18 Blog Gear LowTech30thAnniversary9 Desktop 1920x1920 L'importanza del ruolo della donna nella montagna
Fritz Barthel in una foto del 1989
In apertura: immagine dal film di Anna Kauber “In questo mondo”, montato e coprodotto da Esmeralda Calabria.

L’attacchino che resiste 

Derivata dal verbo attaccare, la parola attacchino indica – dizionario alla mano – chi per mestiere attacca manifesti, avvisi pubblicitari o annunci vari destinati al pubblico. In senso figurato può indicare anche un tale che attacca lite con facilità, persona irascibile, attaccabrighe. Chi pratica lo sci alpinismo sa benissimo però che per attacchino s’intende un piccolo, leggero, ingegnoso attacco da applicare allo sci: un aggeggino che ha rivoluzionato negli anni Ottanta il modo di affrontare in sci i pendii di neve vergine. A ricordarcelo è un comunicato dell’azienda tedesca Dynafit: da cui si desume che dalla bellezza di 35 anni questo tipo di attacco è quello quasi universalmente adottato e che a inventarlo fu un certo Fritz Barthel. Si usa dire che la semplicità sia una conquista e la prerogativa dell’invenzione del benemerito Fritz è sicuramente la semplicità. 

Semplicità tutt’altro che scontata. All’attacco da sci alpinismo si chiedono infatti diversi requisiti come risulta dal manuale del Club Alpino Italiano: possibilità di sollevare con un’ampia escursione il tallone in posizione di salita; presenza di dispositivi di sicurezza per lo sgancio laterale (torsione) e antero-posteriore (trazione) in posizione di discesa, robustezza, leggerezza, semplicità di regolazione, possibilità di passare dalla posizione di discesa a quella di salita senza togliere gli sci, alzatacco incorporato nella talloniera per le salite molto ripide, ski stopper…

Chi ha ormai appeso gli sci al chiodo, ma ha fatto a tempo ad adottare, dapprima con una certa diffidenza, questi attacchini ricorda che la mancanza di intelaiatura fece dubitare della tenuta dell’aggeggio. Oggi oltre il 70% degli attacchi da scialpinismo venduti è privo di intelaiatura e pesano tra il 70 e il 90% in meno rispetto ai classici attacchi con intelaiatura, quelli con cui ci tiravamo il collo in salita. Insomma, la tecnologia ha fatto passi da gigante nell’attrezzatura da montagna, ma con l’attacchino il tempo pare che si sia fermato.

Oddio, qualche innovazione l’attacchino l’ha anche un po’ “subita”. Interessante nei nuovi modelli, a quanto si legge negli opuscoli della casa costruttrice, è la rotazione del puntale che assorbe gli urti e impedisce in modo efficace sganci imprevisti o non volontari. Il più recente sistema di centraggio garantisce inoltre un facile inserimento dello scarpone anche sui terreni più ostici. Non risulta a chi scrive e gli sci li ha da tempo appesi al chiodo che in origine fosse facile inserire lo scarpone nei terreni più ostici, tutt’altro. Il peso contenuto oggi è di soli 605 grammi e l’alzatacco a tre livelli rende il modello ideale per le salite più lunghe e complesse. Che cos’altro aggiungere? Buone sciate fuoripista a chi se le può permettere. Con il fido attacchino, naturalmente. (Ser)

4 Marzo 2020
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MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

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