I dati raccolti su tutto l’arco alpino parlano chiaro: anche quest’anno il bilancio di massa dei ghiacciai sarà negativo su tutte le Alpi. Non sono bastate le abbondanti nevicate ed un freddo mese di maggio. Con l’estate 2019 (in genere la terza più calda nelle lunghe serie di misura delle Alpi e del Nord-Ovest italiano) abbiamo perso non solo l’accumulo stagionale, ma anche parte del ghiaccio sottostante.
Sul ghiacciaio del Ciardonay, vero e proprio laboratorio a cielo aperto per la SMI, il bilancio di massa complessivo è risultato di -1,65 m di acqua equivalente, peggio della stagione 2017-18 (-1,45 m) e della già negativa media dei precedenti 27 anni di osservazione (-1,32 m/anno).
Quel che è peggio però è che i nostri giacciai sono destinati a ridursi nei prossimi anni: infatti anche se riducessimo da subito le emissioni climalteranti l’inerzia porterebbe comunque i ghiacciai a perdere il 60% della loro massa entro il 2100, se invece continuiamo con il modello attuale la perdita sarà totale. Ecco perché è urgente fare di tutto per rimanere perlomeno nello scenario non peggiore.
Si potrebbe pensare che le abbondanti nevicate di questo novembre sulle Alpi siano in contraddizione con le evidenze scientifiche sul riscaldamento globale. Infatti in questo momento (5 dicembre 2019) abbiamo su tutto l’arco alpino almeno 150 cm di neve a quote di circa 2000 m, e anche di più sulle alpi Giulie: quantità da doppie a triple rispetto alla norma di questo periodo! In realtà questo non smentisce per nulla il riscaldamento globale, perché la grande nevosità delle ultime settimane non è dovuta al freddo (anzi da metà ottobre sulle alpi abbiamo avuto +1° rispetto alla media del periodo), ma all’umidità portata dai continui venti dal mediterraneo o dall’atlantico che ha prodotto le abbondanti precipitazioni.
Ci troviamo dunque difronte ad una situazione assolutamente coerente con gli scenari futuri, in cui non nevicherà alle basse quote, ma ci saranno nevicate anche abbondanti alle quote medio alte. Neve che però durerà molto poco a causa dell’innalzamento delle temperature. Il caso di questa primavera è lampante: neve al suolo da record a fine maggio, scomparsa però nel giro di un mese e quindi nulla da fare per le speranze di vedere i ghiacciai arrestare la loro estinzione.
Ai ghiacciai è dedicata “Goodbye Glaciers – Il ritiro dei ghiacciai in immagini”: una mostra visibile a Bolzano fino al 29 dicembre, ma che sarà itinerante fino a settembre 2020 (qui luoghi e date). Foto ed esposizioni raccontano di vecchi e nuovi metodi di misura dei ghiacciai e delle aree rimaste scoperte dalla superficie del ghiacciaio nel corso degli anni.
Speriamo che… anzi dobbiamo fare di tutto perché la prossima generazione non sia costretta a guardare delle foto per vedere un ghiacciaio!
Alcune note per approfondire e capire meglio
Bilancio di massa: è la differenza tra la massa accumulata da un ghiacciaio con le precipitazioni nevose e quella persa per la fusione. Se è negativa significa che il ghiacciaio ha perso ghiaccio rispetto all’anno precedente.
AINEVA: si tratta dell’Associazione Interregionale di coordinamento e documentazione
per i problemi inerenti alla NEve e alle VAlanghe. Sul loro sito si trovano tutti i bollettini assolutamente da consultare quando si organizza un’uscita sulla neve.
Ghiacciaio del Ciardoney: si trova nel gruppo del Gran Paradiso in un ampio circo alla testata del Vallone di Forzo chiuso dalla lunga cresta che dalla Grande Uja raggiunge il Colle nord delle Sengie. Da anni è studiato e monitorato dalla SMI sul cui sito è possibile vedere come operano e i dati raccolti aggiornati in tempo reale.
Equivalente in acqua: quantità di acqua contenuta in un determinato volume di ghiaccio o neve, ottenuta moltiplicando il volume del ghiaccio o della neve per la sua densità e dividendo il tutto per la densità dell’acqua (1000 kg/m3)
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La Società Meteorologica Italiana è la maggiore associazione nazionale per lo studio e la divulgazione di meteorologia, climatologia e glaciologia. È un’associazione scientifica senza fini di lucro e opera su tutto il territorio nazionale conservando stretto legame con la Società Meteorologica Subalpina che ne è socio fondatore nel territorio alpino occidentale, Francia e Svizzera incluse. SMI promuove ed incoraggia lo sviluppo e la conoscenza delle scienze dell’atmosfera in Italia. Appartiene a UniMet (Unione Meteorologia Italiana) ed all’European Meteorological Society.
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