In quesi primi giorni dell’anno abbiamo l’occasione di fare un bilancio climatico del 2019 sulle Alpi: i dati ci dicono che è stato il primo o il secondo anno più caldo delle lunghe serie di misura con anomalie termiche nell’ordine di 1,5-2 gradi sopra le medie. In particolare sono stati molto caldi i mesi di marzo, giugno, luglio, ma anche ottobre e dicembre (che è stato il dicembre più caldo non solo nella regione alpina, ma nell’intera area europea). Solo maggio è stato freddo.

Per dare un’idea del potenziale di cambiamento che ha un dato come quello di un aumento di 2 gradi della temperatura media possiamo fare il raffronto con la situazione inversa. se torniamo a un lungo periodo in cui la temperatura era di 6 gradi inferiore all’attuale (non 50!), significa tornare a quando durante le glaciazioni i ghiacciai arrivavano allo sbocco delle valli. Questo ci aiuta a capire quali cambiamenti potrebbe subire un mondo di 4-5 gradi più caldo come potrebbe diventare il nostro fra 100 anni se non facciamo nulla per contenere il riscaldamento.

Tutte queste analisi le possiamo fare grazie ai dati raccolti dagli osservatori meteorologici storici che anche da più di un secolo ci forniscono lunghe serie di misure omogenee. Ci sono molti esempi anche sulle alpi (a cominciare da quello del Gran san Bernardo fondato nel 1817) e nelle pianure e città circostanti come quello di Moncalieri fondato da padre Denza nel 1865. L’organizzazione meteorologica internazionale, recentemente ha indetto un programma per riconoscere e valorizzare questi osservatori. La speranza è che in paesi, come l’Italia, in cui non è prevista la tutela di questi osservatori per garantirne la continuità di funzionamento, questa iniziativa aiuti a porre in risalto l’importanza di un simile patrimonio scientifico e culturale. In Italia ad oggi sono stati individuati sei “Centennial Observing Station” tra cui proprio quello di Moncalieri.

Per approfondire e aumentare la propria consapevolezza:

22 gennaio 2020 a Bolzano: “Emergenza climatica: cosa succede in Alto Adige” presso la Libera Università di Bolzano. Questo convegno si svolge nell’ambito della fiera Klimahause 2020 e vi parteciperà anche il presidente SMI Luca Mercalli.

27-28 febbraio a Milano: XXIV Alpine Glaciology Meeting. Si tratta di un’importante convegno internazionale di glaciologia che quest’anno torna a Milano ospitato dall’Univeristà degli Studi di Milano in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca. Il programma sarà disponibile sul sito del Gruppo di glaciologia dell’università di Milano.

Media di riferimento per le temperature: per costruire la media della temperatura si prende a riferimento un trentennio standardizzino, che in questo caso è 1981-2010. secondo l’organizzazione mondiale della meteorologia sarebbe meglio usare ancora il trentennio di riferimento internazionale che è il 1961-1990, ma, in un contesto di clima dinamico come l’attuale, è stato concesso di poter utilizzare il trentennio più recente completo che inoltre è quello di cui tutti abbiamo più memoria.

Centennial Observing Stations: è il programma attraverso cui l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO-OMM) “promuove standard di osservazione sostenibili e migliori pratiche che facilitano la generazione di dati di serie storiche di alta qualità”. Sul sito dell’organizzazione è possibile vedere l’elenco completo delle stazioni selezionate, tra cui quelle individuate in Italia.

16 Gennaio 2020
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Società Meteorologica Italiana

La Società Meteorologica Italiana è la maggiore associazione nazionale per lo studio e la divulgazione di meteorologia, climatologia e glaciologia. È un’associazione scientifica senza fini di lucro e opera su tutto il territorio nazionale conservando stretto legame con la Società Meteorologica Subalpina che ne è socio fondatore nel territorio alpino occidentale, Francia e Svizzera incluse. SMI  promuove ed incoraggia lo sviluppo e la conoscenza delle scienze dell’atmosfera in Italia. Appartiene a UniMet (Unione Meteorologia Italiana) ed all’European Meteorological Society.

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