La mancata (inutile) costruzione della pista olimpica di bob a Cortina, potrebbe dare l’occasione di gareggiare sulla pista Cresta Run di Sankt Moritz che fu resa famosa dal valtellinese Nino Bibbia, un mito dello skeleton.

Ascolta la puntata del podcast

Nino Bibbia e la Cresta Run di Sankt Moritz

Per quelli fatti un po’ così che sanno tutto degli sport invernali, Nino Bibbia non è affatto un illustre carneade. A renderlo famoso fu…uno “scheletro”, un attrezzo noto con il nome di skeleton. Bibbia, di mestiere fruttivendolo in Valtellina, sdraiato a pancia in giù su quel piccolo skeleton non ebbe rivali ai Giochi invernali che si disputarono nel 1948 sulla celebre pista Cresta Run di Sankt Moritz. Dove, da ciò che in questi giorni risulta, quei remoti Giochi nel 2026 potrebbero in parte replicarsi dopo il forfeit di Cortina e il no di un partito al Governo (lo stesso che volle fortissimamente le Olimpiadi Milano-Cortina) ai milioni per costruire la pista da bob ai piedi delle Tofane e dopo l’incredibile serie di bandi andati deserti. 

Sperare non costa niente, e come fortunato frequentatore dell’Engadina dove i milanesi sono di casa io ci spero nelle gare di bob, slittino e skeleton a Sankt Moritz, anche se non stento a credere che l’eventuale ospitalità della Svizzera potrebbe costare piuttosto cara. 

E con buone ragioni. Lo skeleton così come lo slittino e il bob sono considerati, non solo da queste parti, sport di elite. In Italia possono contare su un’ottantina di atleti agonisti, ma nessuno che sia degnato, che io sappia, a farci un monumento. E poi non è forse un caso che la scultura domini da una piccola elevazione lo stradone del Dorf in cui si affacciano le scintillanti vetrine delle griffes della moda internazionale. L’opera rappresenta in grandezza reale un corridore di skeleton, uno dei tanti o pochi “Cresta rider”. La scultura di David Wyne fu un omaggio del St. Moritz Tobogganing Club (di cui Bibbia fece parte) al comune in occasione del centenario del 1985. 

Monumento a Cresta Runner Il mito dello skeleton Nino Bibbia e la Cresta Run
Il monumento al “Cresta Rider” (foto R. Serafin)

Nino Bibbia alle Olimpiadi invernali del 1948

Nino Bibbia fra le sue benemerenze vanta quella di essere stato il primo italiano a vincere l’oro alle Olimpiadi invernali. Autentico kamikaze, gareggiava con un casco da motociclista e una tuta di pelle nera, ma poteva farlo anche in mocassini e canotta su quella pista che avrebbe percorso anche a occhi chiusi. Nella perla dell’Engadina, Bibbia mise su casa e lassù morì nel 2013 a 91 anni. 

Originario di Bianzone in provincia di Sondrio, l’atleta praticò diversi sport invernali. Ai Giochi del 1948 a cui parteciparono 878 atleti in rappresentanza di 28 nazioni, si era iscritto a tre gare: bob a due, bob a quattro e skeleton, 

L’impegno olimpico di Bibbia cominciò con la gara di bob a due. Le prime due manche si svolsero il giorno stesso dell’apertura dei Giochi, il 30 gennaio, le altre due l’indomani quando si venne a sapere che un fanatico hindu aveva assassinato in India Gandhi. Al termine delle due giornate, Bibbia e il compagno Campadese, su Italia I, si classificarono ottavi col tempo totale di 5’38″6.

La gara di skeleton, sei discese ripartite su due giorni, era invece in programma il 3 e il 4 febbraio sulla Cresta Run. Bibbia aveva iniziato a praticare questa specialità solo poche settimane prima delle Olimpiadi. Nonostante la poca esperienza, al termine della prima giornata era secondo, a pari merito con l’esperto statunitense John Heaton, che aveva vinto l’argento vent’anni prima ai Giochi del 1928; davanti a loro, con un vantaggio di 2 decimi di secondo, era in testa il britannico John Crammond

Il giorno dopo, nelle tre discese restanti, l’italiano distanziò progressivamente gli avversari, facendo segnare in ognuna il miglior tempo di manche. Con il tempo complessivo di 5’23″2 vinse l’oro con un distacco di 2″4 su Heaton, secondo, e 2″9 su Crammond, terzo.

Bibbia vecchio sul suo skeleton Il mito dello skeleton Nino Bibbia e la Cresta Run
Nino Bibbia. In apertura in una foto d’epoca

Ma la cosa non finì lì. Dopo appena un giorno di riposo, il 6 febbraio il coriaceo Bibbia era di nuovo in gara per le prime due manche del bob a quattro. Era uno dei componenti dell’equipaggio di Italia I, con Ronchetti, Campadese e Cavalieri. E così il bob italiano fu sesto con il tempo totale di 5’23″0.

Dopo i Giochi del 1948, lo skeleton, considerato troppo rischioso (la velocità che si può raggiungere è di 130 – 140 km orari), scomparve dal programma olimpico; venne reinserito dopo oltre cinquant’anni ai Giochi olimpici di Salt Lake City 2002

Bibbia non abbandonò la specialità e continuò a gareggiare con successo per quasi trent’anni, fino al 1975, diventando una delle figure leggendarie di questo sport. Fu campione del mondo tre volte, nel 1955, nel 1959 e nel 1965. In carriera vinse oltre 200 competizioni sulla Cresta Run, tuttora considerata la più prestigiosa pista al mondo. Si racconta che quando veniva a sapere che il suo record era stato battuto, prendeva il suo scheletrino e si lanciava a testa in giù per la Cresta Run per riprendersi il primato. In suo onore è stata istituita la Nino Bibbia Challenge Cup, una competizione di skeleton che si svolge ogni anno in dicembre.

Sta di fatto che negli ultimi tempi la passione per lo slittino si sta diffondendo sulle Alpi e sono dieci le località che dispongo di piste. Una delle più lunghe si trova a Montecavallo in Alto Adige ed è illuminata lungo tutto il percorso di dieci chilometri. In Valle Isarco di piste se ne contano circa cinquanta. In Val Garderna dal rifugio Raschotz a 2282 metri, è possibile scendere con lo slittino fino a Ortisei. Quella all’Obereggen, è una delle piste più famose della regione Trentino Alto-Adige. In Valle d’Aosta, a Flassin (Saint-Oyen, Valle del Gran San Bernardo) due sono i tracciati su pista naturale. 

Ma è la Cresta Run a rappresentare nel mondo degli sport invernali la regina delle piste, quella che un kamikaze valtellinese rese celebre un’ottantina di anni fa.

Roberto Serafin

Leggi anche:

Fatti in breve: Premio Marcello Meroni – Arrampicare la diga – Leggimontagna 2023
26 Ottobre 2023
Condividi
RUBRICA A CURA DI:
MountCity

MountCity è un progetto fondato nel 2013 a Milano che si poggia sulla passione e competenza di uno staff di cittadini appassionati di montagna, all’occorrenza con il sostegno di associazioni di volontariato. La piattaforma, grazie alla competenza e professionalità di Roberto Serafin che l’ha curata per 10 anni, è stata punto di riferimento sull’attualità della montagna e dell’outdoor con migliaia di articoli pubblicati. Ora lo spirito di MountCity vive ancora dentro questa rubrica.

Scheda partner